Aldo Rossi, la storia di un libro

L’architettura della città, dal 1966 ad oggi

Pubblicato nel 1966 da Aldo Rossi, allora poco più che trentenne, L’architettura della città si è da subito rivelato una pietra di paragone con cui la cultura architettonica avrebbe dovuto confrontarsi negli anni a venire, diffondendosi nelle università di tutto il mondo e contribuendo in modo decisivo alla crescita di una generale consapevolezza sull’importanza dello studio della città, non solo nei suoi aspetti economici e politici, ma, soprattutto, in quelli architettonici e formali.
I contributi raccolti in questo volume ripercorrono e illuminano, a quasi cinquant’anni dalla sua prima edizione, il contesto storico e culturale da cui il libro trae origine, e delineano lo specifico apporto di Aldo Rossi alla ridefinizione di una teoria dell’architettura, rivelando come i temi e le questioni da lui portate in luce siano ancora la base di discussioni ampie e attuali.
Ed è proprio in questa “attualità” del testo – nei suoi effetti diretti, indiretti o collaterali –, che si valuta la portata innovativa di un lavoro intellettuale che è anche racconto autobiografico: il tentativo esaltante, ma allo stesso tempo complesso, di ri-nominare un mondo dopo che i presupposti teorici delle passate letture sono venuti meno.

Fernanda De Maio, laureatasi presso la Facoltà di Architettura di Napoli, è stata borsista dell’Akademie Schloss Solitude di Stoccarda dove ha condotto una ricerca su Paul Bonatz, i cui esiti sono poi confluiti nella monografia Wasser-Werke (Edition Solitude, Stuttgart). È dottore di ricerca in Progettazione urbana e dal 2005 professore associato presso l’Università Iuav di Venezia. Come componente dello studio Na.o.Mi. ha partecipato a diversi concorsi di architettura nazionali e internazionali esposti in mostre, tra cui l’8° Biennale di Architettura di Venezia e La Biennale di Arti Visive di Venezia del 2001, ottenendo segnalazioni e premi. Suoi saggi e progetti sono stati pubblicati in libri e riviste internazionali di settore.

Alberto Ferlenga, professore ordinario di Progettazione architettonica presso l’Università Iuav di Venezia, dopo esserlo stato per dodici anni all’Università “Federico II” di Napoli, è stato visiting professor in diverse università del nord e del sud America. È stato a lungo redattore di «Lotus» e poi di «Casabella». Dal 2008 dirige la Scuola di dottorato dell’Università Iuav di Venezia. Fonda e anima molti seminari e workshop internazionali, il dottorato internazionale di architettura Villard d’Honnecourt e diverse collane editoriali. Curatore di importanti mostre, tra cui quella su Aldo Rossi al Beaubourg del 1991 e le successive alla Triennale di Milano e al Maxxi. Sue sono, tra le altre, le monografie Electa su Aldo Rossi e Dimitri Pikionis. Progetti e realizzazioni sono pubblicati sulle principali riviste internazionali.

Patrizia Montini Zimolo è architetto e professore di Composizione architettonica e urbana all’Università Iuav di Venezia, dove è stata assistente di Aldo Rossi dal 1987 al 1997 e attualmente è membro del collegio docenti del Dottorato in Composizione architettonica. La sua attività di progetto e di ricerca, centrata sul rapporto architettura/città e sulla registrazione dei differenti fenomeni urbani, è stata ampiamente documentata in esposizioni di architettura, tra cui la Biennale di Architettura di Venezia del 1985 e la Triennale di Milano del 1995, e in pubblicazioni italiane e straniere. Negli ultimi anni sta sviluppando esperienze di progettazione sull’architettura sostenibile in territorio africano.

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