Nato con libertà

Le lettere di Alberto Cantoni ad Angiolo
e Adolfo Orvieto (1882-1903)

a cura di

presentazione di Ilaria Crotti

L’epistolario di Alberto Cantoni con i nipoti Angiolo e Adolfo Orvieto, protagonisti del panorama letterario fiorentino di fine Ottocento e della prima metà del Novecento, costituisce una privilegiata chiave di accesso per approfondire la personalità e la dimensione narrativa e poetica dello scrittore mantovano. Nell’arco dei vent’anni che caratterizzarono la produzione maggiore di Cantoni, le lettere conservate presso l’Archivio contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux di Firenze non rappresentano una semplice testimonianza della comunicazione familiare con il ramo fiorentino della famiglia. Offrono, tuttavia, la possibilità di osservare da dietro le quinte le fasi di allestimento dell’opera di Cantoni, collocabile cronologicamente nella seconda metà dell’Ottocento ma già proiettata verso il Novecento, grazie alle caratteristiche dell’impianto narrativo e al particolare approccio al testo, connotato da un umorismo che trovò in Pirandello un attento estimatore.

Alberto Zava collabora con il dipartimento di Italianistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa delle forme della narrativa tra Sette e Ottocento, con particolare riferimento al romanzo di Pietro Chiari e alla figura di Alberto Cantoni.

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