"Soggetti rivelati": scritture di donne

04 Dicembre 2017

Tra le tante implicazioni che la sempre più attuale riflessione sugli studi di genere ha generato nell’ambito del dibattito sulla riappropriazione dell’identità di genere nella società contemporanea e sui ruoli del maschile e del femminile, una delle più stimolanti è il riconoscimento della portata anticipatrice di alcune scrittrici dei secoli scorsi.
Figure che attraverso linguaggi differenti – prosa, poesia, arte, filosofia, autobiografia – hanno portato allo scoperto alcuni nodi centrali della progressiva e inarrestabile rivelazione dell’universo femminile.

Il Poligrafo è oggi uno degli editori più attenti alle questioni di genere, agli studi delle donne, alla letteratura e alla scrittura declinate “al femminile”. La collana “Soggetti rivelati. Ritratti, storie, scritture di donne”, diretta da Saveria Chemotti, ospita contributi di donne che hanno lasciato una profonda impronta nella letteratura, nella filosofia, nell’arte, ma anche nella scienza, nella religione, nella politica, nella storia del costume, attraverso una soggettività di per sé narrativa e dialogica, divenendo un punto di riferimento in ambito nazionale. A questa si affianca la collana “Graphie. Testi, modelli, immagini della scrittura femminile”, più recente e coordinata da Antonia Arslan insieme a Saveria Chemotti, ideata per recuperare, riscoprire, sottrarre all’oblio i nomi e le opere di autrici italiane che, nonostante l’importanza e il valore del proprio contributo, sono rimaste molto spesso escluse o relegate ai margini dei canoni letterari ufficiali.
Itinerari differenti ma complementari connotano i progetti e ne spiegano le ragioni:

–  la riscoperta e la riproposta di testi che per lungo tempo sono stati esclusi dal canone dominante e che, tuttavia, occupano per il loro valore intrinseco uno spazio autonomo del tutto significativo all’interno della nostra cultura tout court, uno spazio indipendente dalle etichette di genere: è il caso, per esempio, di un libro del Seicento come La semplicità ingannata di Arcangela Tarabotti o, ancora, delle Orazioni ed Epistole di Cassandra Fedele (XVI secolo). Due testi diversi tra loro: una rivendicazione ante litteram della libertà femminile contro la monacazione forzata e una testimonianza dell’eloquenza e dello stile di una donna che attraversò (e stupì) le principali corti rinascimentali. Entrambi, però, rappresentano l’annuncio di una nuova coscienza femminile, che si affaccia agli albori della modernità ed è parte di quella nuova concezione dell’umanità che si afferma, appunto, con l’umanesimo, il Rinascimento e la fine dell’età di mezzo;

– testi di analisi e di critica che sono dedicati all’approfondimento e all’esplorazione di temi particolari connessi al pensiero femminile e, soprattutto, di quei “continenti teorici” che sono stati aperti dall’esperienza intellettuale di autrici novecentesche come Hannah Arendt, Simone Weil, Etty Hillesum, Maria Zambrano, Cristina Campo e tante altre. Autrici che, in molti casi, sono diventate dei veri e propri classici contemporanei del nostro pensiero, che non hanno subito quello “stigma” che aveva segnato le donne nelle epoche passate, ma che ancora oggi richiedono l’emergere di una pluralità di approcci e di contaminazioni tra campi disciplinari differenti (filosofia, psicoanalisi, politica, religione…) per poter essere comprese fino in fondo e, soprattutto, perché la ricchezza del loro pensiero sia valutata in tutta la sua complessità;

– testi e riflessioni di spessore teorico che, al di là di ogni “separatismo” e di schemi ideologici predefiniti, pongono invece la dimensione del genere come categoria centrale e filosoficamente rilevante per giungere a una interpretazione coerente della nostra realtà. In quest’ottica, si è dato spazio a contributi originali e innovativi sia in campo letterario, che in campo storico e filosofico: indagini sulle radici della politica, antologie del pensiero della differenza, riflessioni sui generi e la scrittura ecc. Un esempio di questo modo di affrontare “criticamente” la questione del genere potrebbe essere dato da una miscellanea come Donne politica utopia, curato da Alisa Del Re, che ha raccolto i contributi di pensatori e pensatrici del calibro di Etienne Balibar, Mario Tronti, Rossana Rossanda ecc.

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