Rappresentazioni alle soglie del vuoto

Estetiche della sparizione

Il tema dell’immagine nella cultura occidentale si palesa come centrale sin da epoche remote: il cardine prospettico e l’esigenza del realismo visivo hanno permeato di sé secoli di produzione iconografica, stabilendo un canone cui l’artista – e più in generale colui che rappresenta – si è sentito vicariamente vincolato. Ma l’immagine così costruita riesce ad assumere, nel complesso arco della storia della rappresentazione, un particolare significato obliquo allorquando si pone in una condizione liminare, in cui non sempre appare chiaramente il suo significato: scatenando meccanismi associativi, suscitando rimandi all’altro da sé, essa riesce a condurci in prossimità di una soglia oltre la quale compare epifanicamente il perturbante. Fruizioni stenopeiche, deformazioni improvvise, viraggi cromatici o semplicemente riduzioni “ad arte” di alcuni elementi di riconoscibilità ottica stravolgono la narrazione lineare e continua, associabile criticamente alla prospettiva, introducendo uno iato fruitivo e percettivo che consente di scardinarne il senso.
Su questo gap semantico si misurano gli interventi raccolti in questo volume: da osservatori disciplinari diversificati, gli autori offrono spunti di riflessione che spaziano dall’uso della prospettiva nell’opera di Duchamp, alla dimensione immaginativa e percettiva dell’immagine; dal ruolo che assenza e ombra giocano come elementi attivi nell’opera di Jorge Oteiza e di Claudio Parmiggiani, all’estetica della sparizione nella land art contemporanea; dall’idea di percorso mistico nella luce, per concludersi con un esame critico sullo statuto delle depravazioni prospettiche e sulla natura liminale del vuoto nella cultura estremo-orientale.

Agostino De Rosa (Bari 1963), architetto, professore ordinario, insegna Laboratorio di Rappresentazione, Teoria e storia dei metodi di rappresentazione e Disegno presso l’Università Iuav di Venezia. Tra i suoi libri più recenti Jean François Niceron. Prospettiva, catottrica e magia artificiale (Roma 2013). Collabora con diversi artisti, tra i quali James Turrell e John Luther Adams. È coordinatore scientifico del gruppo di ricerca “Imago rerum” dell’Università Iuav di Venezia.

Giuseppe D’Acunto (Salerno 1973), architetto, professore associato, insegna Disegno e Rilievo dell’architettura presso l’Università Iuav di Venezia e Laboratorio di Rappresentazione presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano. È autore di diversi saggi e monografie sui temi della rappresentazione e della storia dei metodi della rappresentazione. Ha curato diversi convegni e mostre in collaborazione con il gruppo di ricerca “Imago rerum” dell’Università Iuav di Venezia.

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