La ricostruzione di un nucleo collezionistico antico e prestigioso quale quello degli avori un tempo appartenuti alla casata milanese dei marchesi Trivulzio è occasione per un’attenta disamina dei diversi contesti culturali che ne hanno in qualche modo favorito la tesaurizzazione, la conoscenza e la successiva valorizzazione. Oggi conservati in importanti sedi museali in Europa e America, dal Louvre al Victoria and Albert Museum di Londra, dal Metropolitan di New York ai Musei Civici del Castello Sforzesco, questi manufatti di grande valore estetico e storico formano un gruppo assai variegato per tipologia – dittici, tavolette, piccole sculture, oggetti d’arte suntuaria – e per collocazione cronologica, dalla tarda antichità al periodo rinascimentale. Studiosi esperti o semplici appassionati, i membri della famiglia Trivulzio, a partire dai decenni centrali del XVIII secolo, hanno dimostrato una continuità di interessi sempre maggiore verso il collezionismo di avori, intessendo una rete di relazioni con altri centri di elaborazione culturale della Penisola, quali Firenze, Bologna, Cremona, Brescia, l’area del Triveneto. L’approfondita indagine condotta sulle vicende della famiglia Trivulzio con l’occhio sempre rivolto ai retroscena culturali, l’esame attento di fonti e documenti d’archivio privati – molti inediti – e la schedatura del cospicuo corpus degli avori, aggiornata alle più recenti ricerche, portano a una piena rivalutazione e valorizzazione della raccolta, facendone un caso esemplare nell’ambito della storia degli studi sul collezionismo erudito.
Gli avori Trivulzio
Arte, studio e collezionismo antiquario a Milano fra XVIII e XX secolo
Alessandra Squizzato si è formata seguendo un curriculum di studi storico-filosofico presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è attualmente ricercatrice di Museologia, critica artistica e del restauro presso il Dipartimento di Storia, archeologia e storia dell’arte. Ha privilegiato come campo d’indagine, pur da sempre legato alla storia dell’arte moderna, tematiche di carattere teorico e critico, quali la lettura delle fonti – nel settore della trattatistica d’arte si è occupata degli scritti d’arte di Giovan Paolo Lomazzo –, la messa a fuoco di personalità e la ricostruzione di contesti culturali, legati in particolare all’ambiente lombardo. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo la monografia I Trivulzio e le Arti. Vicende seicentesche (Scalpendi Editore, 2013) e diversi contributi usciti su riviste specialistiche, atti di convegno e cataloghi di mostre relativi a figure di spicco del collezionismo e della storiografia d’arte fra le quali Manfredo Settala, Alberico Barbiano di Belgioioso d’Este, Giuseppe Mongeri.
Francesca Tasso ha studiato a Milano, dove si è laureata in Lettere e specializzata in storia dell’arte e delle arti minori. Ha conseguito il dottorato a Torino con una tesi sulla scultura a Milano in epoca tardogotica, sotto Gian Galeazzo Visconti (1380-1402). Dal 2000 è conservatore del Museo delle Arti Decorative e del Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco di Milano e dal 2009 coordinatore delle Raccolte artistiche del Castello Sforzesco. È stata docente a contratto presso l’Università degli Studi di Milano, dove ha insegnato Storia dell’arte medievale e Storia dell’arte moderna. I suoi studi riguardano in particolare la scultura tardogotica, le arti suntuarie medievali e la formazione delle raccolte museali milanesi. Dal 2009 è vicepresidente del comitato scientifico e tecnico che si occupa del restauro della Sala delle Asse di Leonardo.
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