È il 1910 quando il filosofo goriziano ventitreenne Carlo Michelstaedter (Gorizia 1887-1910) si uccide con un colpo di rivoltella lasciandoci un’imponente impresa filosofica: La persuasione e la rettorica.
Figlio di un Impero austro-ungarico prossimo alla fine e di un Regno d'Italia pronto ad accogliere i primi semi della rivoluzione industriale, del liberismo e del positivismo, con la sua opera Michelstaedter anticipa l’avvento dei totalitarismi e del definitivo dominio dell’ideologia capitalistica e tecnocratica. Il suo lascito è una costellazione di pensieri, appunti, disegni, acquerelli, dipinti, racconti e poesie che delineano la sua critica alla cultura occidentale, a partire da una profonda interpretazione della filosofia presocratica, platonica e aristotelica.
Il volume individua e riscostruisce il fondamento del pensiero di Michelstaedter: scavando nelle diverse forme espressive utilizzate affiorano la personalità di un giovane filosofo precursore dell’esistenzialismo filosofico e letterario e quella di un artista vicino all’avanguardia espressionistica tedesca. La stella che sorge dal mare, suggestione evocata dagli scritti del giovane filosofo, è una metafora che allude alla luce che squarcia la tenebra, intesa come l’innata e forte tensione interiore che ha orientato tutta la sua esistenza, organicamente innervata nelle sue stesse origini.
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