Chiarire il ruolo del progetto tra architettura e città, reagire al progressivo declinare della sua responsabilità civile, avvalorarne il portato, al tempo stesso tecnico ed etico, portano a riflettere sui meccanismi di un agire progettuale che più che mai oggi dovrebbe tendere ad alzare il tasso di struttura nel corpo formale, materiale e fisiologico della città intesa come fenomeno di interesse pubblico. A partire da una riconsiderazione della risorsa spazio interna al corpo della città, per un’economia della trasformazione qualificante e in grado di fermare in modo radicale le inerzie dell’espansione e della dissoluzione urbana.
Il libro apre ad una riflessione sulla disciplina architettonica, che non può non dirsi urbana, sviluppata nel tempo da un gruppo di ricerca dell’Università di Parma attraverso un tracciato critico-metodologico alternativo alle retoriche oggi prevalenti. Quelle che vedrebbero la città come fenomeno identitario ormai superato e quindi riducibile a vetrina di un’architettura autoreferente, orientata al funzionalismo cibernetico, al feticismo del design o al simulacro della sostenibilità, tra consumo e comunicazione all’interno di uno spazio insediativo indifferenziato salvo che per logiche speculative.
Clarifying the role of design between architecture and the city, reacting to the progressive decline of its civil responsibility, validating its both technical and ethical implications lead us to reflect on the mechanisms of a design action which more than ever today should tend to raise the rate of structure in the formal, material and physiological body of the city understood as a phenomenon of public interest. Starting from a reconsideration of the space resource inside the body of the city, for an economy of qualifying transformation and able to radically stop the inertia of urban expansion and dissolution.
The book opens to a reflection on the architectural discipline, which can only be called urban, developed over time by a research group of the University of Parma through a critical-methodological path alternative to the prevailing rhetoric today. Those who would see the city as an outdated identity phenomenon and therefore reducible to a showcase of a self-referential architecture, oriented towards cybernetic functionalism, the fetishism of design or the simulacrum of sustainability, between consumerism and communication within an undifferentiated settlement space except for speculative purposes.
La Città Accorpata
Una ricerca sul progetto urbano
contributi di Carlo Quintelli, Enrico Prandi, Paolo Strina, Giuseppe Verterame
Paolo Strina, dopo la laurea in Architettura presso l’Università di Parma, nel 2015 consegue il titolo di dottore di ricerca presso la stessa università con la tesi Tecnica di densificazione attraverso la strategia delle centralità urbane di tipo metropolitano. Svolge la libera professione di architetto e collabora alla didattica e alla ricerca nel gruppo UAL sui temi della rigenerazione urbana presso il Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma.
Paolo Strina, after graduating in architecture at the University of Parma, in 2015 he obtained his PhD degree at the same university with the thesis Densification technique through the strategy of metropolitan-type urban centralities. He works as a freelance architect and collaborates in teaching and research in the UAL group on urban regeneration issues at the Department of Engineering and Architecture of the University of Parma.
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