Parti in casa a Venezia

Storia di un’ostetrica femminista e delle sue colleghe

Prima levatrice, poi ostetrica. Ancora oggi, nell’uso prevalentemente femminile del termine, resta la memoria di una professione un tempo interdetta agli uomini, rimangono tracce di pratiche e relazioni tra donne sulla scena della nascita, rivivono i rimandi al peculiare rapporto tra madre e ostetrica, «colei che sta davanti» e assiste la puerpera nel parto. L’ospedalizzazione e la sempre maggiore diffusione di pratiche di medicalizzazione del parto hanno però messo in ombra l’autorità e la competenza delle madri e sottoposto quella delle ostetriche a un sapere rigorosamente tecnico e scientifico.
A partire dagli anni Ottanta, nel territorio veneziano – grazie all’opera di gruppi di giovani ostetriche e all’attività di trasmissione di memoria e formazione di realtà diverse, tra cui la rivista «Donna & Donna. Il giornale delle ostetriche» e la Scuola Elementale di Arte Ostetrica – si è aperta una fase di cambiamento nel concepire quest’antica professione: la memoria e i racconti raccolti in questo volume riflettono un lungo percorso che ha ricercato, sperimentato ed elaborato nuove modalità di produrre sapere sulla scena del parto, collocando la relazione tra madre e ostetrica nell’orizzonte più ampio del movimento politico delle donne. Un progetto nato per mettere in luce l’opera materiale e spirituale delle madri e delle professioniste ostetriche, per restituire autorità e dignità all’eredità di conoscenze pratiche e di saperi di cui sono custodi, per incoraggiarle a mettere in gioco la differenza femminile.

Franca Marcomin, femminista ostetrica per oltre quarant’anni, durante i quali ha assistito il parto di molte donne in ospedale e in casa, ha avuto incarichi amministrativi come eletta nei Verdi, ha militato in molte associazioni di donne (“Futura - Donne contro il nucleare”, “Donne in nero - Fuori la guerra dalla storia”; “Venezia Manifesta - Per una città a misura di donne e di tutti”) e si è impegnata sulle tematiche della cura. È stata presidente della Consulta delle cittadine del Comune di Venezia dal 2004 al 2010. Ha curato con Laura Cima il volume L’ecofemminismo in Italia. Le radici di una rivoluzione necessaria (Il Poligrafo 2017).

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