Queste lettere di Giuseppe Santomaso al critico Umbro Apollonio, oltre a presentare diverse notizie sull’attività dell’artista, in particolare nel periodo 1942-1944, offrono una ricognizione più generale della scena artistica ed espositiva italiana in quegli anni cruciali, con riferimento a realtà specifiche come quelle di Venezia, di Padova e di Rovigo: un gran numero di personaggi, situazioni ed eventi che ruotano intorno ai due protagonisti del carteggio. Apollonio, critico e storico dell’arte e della letteratura triestino, a partire dagli anni Trenta entra nell’orbita degli scrittori di «Corrente» e, nel dopoguerra, svolge per lungo tempo l’incarico di Conservatore dell’Archivio Storico delle Arti contemporanee. Santomaso, veneziano, classe 1908, si formò come autodidatta, espose alle mostre periodiche della Fondazione Bevilacqua La Masa e, grazie alla conoscenza e all’intervento del critico Giuseppe Merchiori, otterrà di organizzare una prima mostra personale a Parigi nel 1939. La prima “personale” italiana di rilievo sarà invece a Genova, un anno più tardi, e segnerà l’avvio definitivo di questo importante itinerario artistico.
Il carteggio presentato in queste pagine si apre con l’annuncio di una prossima monografia su Santomaso, che proprio Apollonio avrebbe dovuto pubblicare a Roma nel 1943, e segue puntualmente una vivace alternanza di progetti, propositi, scambi, aggiornamenti, strategie espositive ed editoriali che coinvolgono i due personaggi.
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