Logiche del comporre, insieme a Riverberazioni e Come avvicinare il silenzio, conclude una sorta di trilogia dell’antimusica. L’esplorazione di cinque mondi compositivi di altrettante personalità italiane, dagli anni Cinquanta del Novecento ad oggi, conduce qui a una galleria d’invenzioni e trame sonore multiple e sfaccettate.
Queste traiettorie imprevedibili sono ripercorse da Marco Angius, direttore d’orchestra e interprete di riferimento della Nuova Musica, attento nell’individuare materie acustiche mai scontate e rettilinee.
Dalla soglia del silenzio di Franco Evangelisti e Salvatore Sciarrino ai testi di Samuel Beckett, messi in musica da Giacomo Manzoni agli inizi degli anni Settanta in un labirinto di parole occulte; dal teatro immaginifico di Giorgio Battistelli alla scrittura rigorosa e idiomatica di Ivan Fedele che delinea configurazioni sonore ai limiti dell’allucinazione prospettica.
Nelle sue incursioni e indagini ravvicinate, Angius sonda le ragioni di questo comporre attuale e al tempo stesso inattuale, restituendo al lettore-ascoltatore tracce di ineffabili ritratti in musica.
Logiche del comporre
Parole, suoni e scritture musicali
Marco Angius ha diretto orchestre quali Tokyo Philharmonic, Ensemble Intercontemporain, London Sinfonietta, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Orchestre de Chambre de Lausanne, Orchestre Symphonique et Lyrique de Nancy, Orchestre de Lorraine, Orchestre Philharmonique de Luxembourg, Muziekgebouw/Bimhuis di Amsterdam, Orchestra del Teatro La Fenice, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Orchestra del Teatro Regio di Torino, Orchestra dell’Arena di Verona, La Toscanini di Parma, Orchestra Sinfonica di Milano, Orchestra della Svizzera Italiana, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, Orchestra della Toscana, I Pomeriggi Musicali...
Presente nei principali festival di musica contemporanea europei, nel 2016 ha inaugurato la Stagione del Teatro La Fenice con Aquagranda di Filippo Perocco (Premio Abbiati 2017) e nel 2017 la Biennale Musica di Venezia con Inori di Stockhausen. Ha diretto opere quali Kat’a Kabanová al Teatro Regio di Torino con la regia di Robert Carsen e Prometeo di Luigi Nono nella nuova edizione al Teatro Regio di Parma (2017) e alla Biennale di Venezia (2024), Jakob Lenz di Rihm, Don Perlimplin di Maderna, Luci mie traditrici di Sciarrino.
Tra le produzioni più recenti: Il castello di Barbablu di Bartók, Pelléas et Mélisande di Debussy, La volpe astuta di Janácˇek, L’Italia del destino di Luca Mosca, La metamorfosi di Silvia Colasanti, Hanjo di Hosokawa, Ecuba di Malipiero, Aspern di Sciarrino... Già direttore principale dell’Ensemble Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala dal 2011, dal 2015 è direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto, con cui ha diretto l’integrale delle Sinfonie di Beethoven e Schubert e inciso numerosi dischi con musiche che spaziano da Bach (Die Kunst der Fuge) a Brahms, Bruckner, Wagner fino ad autori contemporanei quali Donatoni (Abyss), Sciarrino (Altri volti e nuovi per la Decca, Musiche per il “Paradiso” di Dante), Castiglioni (Quodlibet), Dallapiccola (An Mathilde), Henze (Reinventions), Manzoni (Parole da Beckett).
La sua ampia discografia comprende oltre trenta album. Con Il Poligrafo ha pubblicato: Riverberazioni. Suoni e controsuoni del Novecento (2022) e Come avvicinare il silenzio. La musica di Salvatore Sciarrino (2020).