Muovendosi tra i ruderi della modernità musicale e le voci più recenti del comporre, questo volume traccia un percorso di echi e silenzi, di esperimenti compositivi inesorabili e visionari. Il Novecento musicale si è chiuso lasciando aperti alcuni enigmi senza risposta, come quelli perenni tra segno e suono, canto e parola. Viene così a delinearsi una costellazione di antipodi che comprende tanto la fase archeologica della musica moderna, sospesa tra invenzione e ricostruzione di un passato irraggiungibile, quanto quella dell’antimusica: dagli Imaginary Landscapes di Cage ai codici autogenerativi di Donatoni, dagli Etudes transcendantales di Ferneyhough a Risonanze erranti di Luigi Nono, un labirinto d’ombre, non-luogo dell’udibile e dell’inudibile.
La partitura non è l’opera, ma ne rappresenta piuttosto il varco d’accesso elettivo. Il suono, dunque, è altrove, e i suoi meandri vengono sondati nelle pieghe più incognite di capolavori estremi come Pierrot lunaire, Pelléas et Mélisande, Kat’a Kabanowá, fino al Prometeo di Nono, teatro del suono come rappresentazione.
Dopo averle fatte vivere nell’aria e nell’ascolto, Marco Angius, uno dei direttori d’orchestra più noti e apprezzati nel repertorio musicale contemporaneo, ha raccolto i sublimi reperti di queste esperienze paradossali intrecciandole in un excursus unico e avvincente, capace di restituire lo stupore inesausto d’infinite trasformazioni della materia sonora.
Riverberazioni
Suoni e controsuoni del Novecento
Marco Angius, direttore d’orchestra particolarmente noto nella musica contemporanea di ricerca, con una vasta frequentazione del teatro musicale e del repertorio sinfonico di ogni tempo, ha diretto Ensemble Intercontemporain, London Sinfonietta, Tokyo Philharmonic, Orchestra Nazionale della Rai di Torino, Orchestra del Teatro La Fenice, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Lirico di Cagliari, Teatro Massimo di Palermo, Orchestra Toscanini di Parma, Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Orchestra Verdi, Sinfonica Siciliana, Orchestra della Svizzera Italiana, Orchestre de Lausanne, Orchestre de Nancy, Orchestre Nationale de Lorraine, Orchestra della Toscana, I Pomeriggi Musicali, Luxembourg Philharmonie, Muziekgebouw/Bimhuis di Amsterdam...
Nel 2007 ha ottenuto il Premio Amadeus per Mixtim di Ivan Fedele, compositore del quale ha inciso tutta l’opera per violino e orchestra con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai (Mosaîque). Nella ricca discografia spiccano Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino, Die Kunst der Fuge di Bach, L’imbalsamatore di Giorgio Battistelli, Pierrot lunaire di Schönberg, Risonanze erranti di Nono, Abyss di Donatoni, Quodlibet di Castiglioni, Noîse di Adámek (con l’Ensemble Intercontemporain).
Nell’ambito del teatro musicale ha diretto, tra l’altro, La volpe astuta e Kát’a Kabanová di Janáček (Regio di Torino, regia di Carsen), Sancta Susanna di Hindemith, Aspern e Luci mie di Sciarrino (Comunale di Bologna, regia di Jürgen Flimm), Jakob Lenz di Rihm (regia di Brockhaus), Don Perlimplin di Maderna, L’Italia del destino di Luca Mosca (Maggio Fiorentino, regia di Livermore), Il suono giallo di Alessandro Solbiati (Premio Abbiati 2016), il Prometeo di Luigi Nono per il Regio di Parma (2017), Medematerial di Dusapin (Premio Abbiati 2018), Alfred Alfred di Donatoni...
Già direttore principale dell’Ensemble Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala dal 2011, dal settembre 2015 è direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto con cui ha all’attivo numerosi dischi e integrali sinfoniche (in particolare quelle di Beethoven e Schubert). Ha pubblicato numerosi saggi e il volume Del suono estremo (Aracne, 2014). Ha inaugurato la Stagione 2016 del Teatro La Fenice con l’opera Aquagranda di Filippo Perocco (Premio Abbiati 2017) e quella dell’Opera di Firenze con Le villi di Puccini (ripresa in video per la Dynamic).
Per le edizioni Il Poligrafo ha pubblicato Come avvicinare il silenzio. La musica di Salvatore Sciarrino (2020).