La figura di Ignazio Gardella (1905-1999) è stata, a partire dagli anni Trenta del secolo scorso, al centro di una ricca letteratura critica, segnata da contributi di grandi studiosi e architetti. Molteplici sguardi che hanno individuato gli elementi caratterizzanti il suo lavoro, quali il rapporto con le tecniche della composizione, la storia, i contesti e le città. Aspetto meno noto e più aperto alla sperimentazione è la ricerca sullo spazio interno, che pervade tutto l’arco della sua carriera.
Le altre architetture cui si fa riferimento in questo volume non alludono soltanto all’intenzione di occuparsi dell’inedito o degli aspetti minori, magari non del tutto compresi e a volte trascurati, ma anche alla possibilità di aggiungere materiale di indagine, per comprendere meglio il processo di elaborazione compositiva di Gardella, a partire dai progetti per gli interni, attraverso le sistemazioni espositive stabili o gli allestimenti effimeri.
Progetti che a volte, nell’immedesimazione del lavoro di archivio, ci appaiono essere sorgente e non riflesso della sua più conclamata espressione architettonica. I contributi qui presentati sono il risultato dell’attività di ricerca avviata nel 2016 nell’ambito di un programma pluriennale dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma) dedicato all’opera di alcuni maestri dell’architettura italiana del Novecento, portatori di un’eredità culturale che si ritiene debba essere reinvestita nei processi di trasformazione e avanzamento disciplinare del progetto di architettura.
The figure of Ignazio Gardella (1905-1999) has been the focus since the 1930s of a wealth of critical literature marked by the contributions of renowned scholars and architects. Their collective observations have identified the characterizing elements of Gardella’s work in terms of their relationship with compositional techniques, history, contexts, and cities. A lesser-known aspect, more open to experimentation, is his research into interior spaces,
which accompanied his entire career. The other architectures in this book allude not only to to the intention of dealing with the unpublished or minor aspects, often overlooked and perhaps not fully understood, but also to the possibility that additional research materials, based on Gardella’s projects for interiors and permanent and temporary exhibitions, can help us to better comprehend the architect’s design processes. As we immersed ourselves in the archival work, we realized that these projects often appeared to be sources, rather than reflections, of his more acclaimed architectural expressions. The essays presented here are the outcome of a research project begun in 2016 as part of a multi-year program developed by CSAC (The Study Centre and Communication Archive of the University of Parma). The program is dedicated to the work of some of the masters of 20th-century Italian architecture, whose cultural heritage must be reinvested in the renewal and disciplinary advancement of architectural design today.