Indiscusso protagonista e fervido tribuno dell’arte futurista, Umberto Boccioni manifestava già negli anni dell’adolescenza,trascorsi tra Padova e Catania, quel suo destino di eccezionalità, coltivando propositi letterari. Una vocazione che si traduce in scritti pervasi dalle percezioni che agitavano il suo animo. Tra i vari componimenti poetici e narrativi, si distingue il racconto Pene dell’anima, che tratta della consunzione e del suicidio d’amore di una giovane donna. Una visione fosca e crepuscolare si accompagna a una scrittura che rivela il linguaggio di un giovane avvertito, spinto da un incessante lavorio mentale a inoltrarsi nella complessità che caratterizza i temi della bellezza, dell’amore e della morte. Tra le maglie di un patetismo di maniera è possibile intravedere alcune anticipazioni che riaffioreranno nei primi anni milanesi quando, in quella tumultuosa temperie artistica, Boccioni si confronterà con simbolismo ed espressionismo, facendo emergere, come scrive Maurizio Calvesi, quell’«oscuro sentimento della morte che ne insidiava la stessa vitalità generosa».
Boccioni Atto Primo
Pene dell’anima e la vocazione giovanile per la scrittura
Virginia Baradel è critica e storica dell’arte del Novecento. Ha collaborato con varie istituzioni veneziane e padovane, in particolare con la Fondazione Scientifica Querini Stampalia e i Musei Civici di Padova. Ha condotto studi e curato mostre su vari temi del Novecento: dal “Premio Marzotto di Pittura 1954-1968”, ad “Artisti ed arazzi del ’900”, a “La grande svolta. Viaggio in Italia negli anni Sessanta”, a “Novecento privato. Arte italiana con vista su Padova”, dove ha presentato pittori e scultori coinvolti nel cantiere universitario novecentista. Numerosi gli artisti di cui si è occupata con progetti mirati: da Felice Carena, a Italo Valenti, a Giulio Paolini. Si è interessata in modo particolare all’arte padovana del secolo scorso: suoi i contributi sulla pittura a Padova nei volumi della collana Electa “La pittura nel Veneto. Il Novecento”. Gli studi sul primo Novecento hanno fornito nuove conoscenze sugli anni patavini di Umberto Boccioni, Ugo Valeri e Felice Casorati. Ha collaborato con le riviste «Tema celeste», «Op. Cit.» e «Venezia Arti». Collabora alla pagina di cultura dei Quotidiani Finegil Gruppo Espresso.
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