La riflessione sulle maggiori tematiche della bioetica oggi ruota sempre più di frequente attorno al termine “globale”. “Bioetica globale” (global bioethics) e “salute globale” (global health) sono entrate nel vocabolario delle questioni bioetiche sia sul piano teorico e concettuale che più direttamente applicativo. Il volume, a partire da una disamina di queste espressioni, analizza criticamente, da un lato, l’ampliamento dei compiti assegnati alla bioetica e, dall’altro, la graduale estensione del concetto di salute. Un’ampia riflessione è dedicata alla tematica del fine vita. Ci si interroga sulla natura e sui limiti della responsabilità morale e deontologica del medico, al fine anche di evitare un approccio eccessivamente interventistico nell’attività clinica e di cura riguardante le ultime fasi della vita. Tale analisi è volta a proporre una serie di distinzioni concettuali, da tenere presenti per non cadere in soluzioni semplicistiche. Nel tentativo poi di individuare un lessico del fine vita più preciso e raffinato, si dà conto anche della recente normativa in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento e delle implicazioni bioetiche che essa comporta.
L’agenda della bioetica
Problemi e prospettive
Francesca Marin è docente di Filosofia morale presso l’Università degli Studi di Padova. Ha partecipato a progetti nazionali e internazionali su temi di carattere bioetico. È Presidente del Comitato di Etica per la Pratica Clinica (CEPC) della Fondazione IRCCS Ospedale San Camillo del Lido di Venezia nonché membro del CEPC Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Tra le sue principali pubblicazioni: Bioetica di fine vita. La distinzione tra uccidere e lasciar morire (Orthotes Editrice, Napoli-Salerno 2017), Responsibility in Nanotechnology Development (Springer, Dordrecht 2014, in collaborazione con S. Arnaldi, A. Ferrari, P. Magaudda), Il bene del paziente e le sue metamorfosi nell'etica biomedica (Bruno Mondadori, Milano 2012).
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