Il celebre complesso dell’Arsenale di Venezia è stato oggetto di studi ed esperienze progettuali tesi a immaginare e rendere possibile un processo di nuova vita per il grandioso impianto. Tentativi che mirano alla valorizzazione della storia dell’Arsenale e al rispetto delle sue storiche attività, attualizzando il tutto con le tecnologie
e le esperienze dell’artigianato odierno. Tra questi, particolare rilievo rivestono gli studi e i progetti di riutilizzo di Valeriano Pastor, che dimostrano una straordinaria capacità di comprendere il passato e la memoria dei luoghi, e allo stesso tempo di guardare al futuro, proponendo un nuovo modello di interazione urbana: non tanto aprire le porte dell’Arsenale alla città, ai suoi abitanti, ai suoi turisti, quanto permettere che lo spirito produttivo che nei secoli ha operato all’interno del complesso travalichi le mura che lo cingono e trasmetta nuovamente all’esterno quel senso di laica sacralità che nella storia di Venezia da sempre è associato alla sua natura di città marittima.
L’Arsenale di Venezia
Progetti tentativo
Valeriano Pastor, architetto e docente, inizia la propria carriera nel 1955 laureandosi in Architettura presso lo IUAV con Giuseppe Samonà. Il legame con l’Istituto lo porta a diventare prima assistente ai corsi tenuti da Franco Albini e Giuseppe Samonà, poi docente di ruolo e infine rettore nel corso degli anni Ottanta. All’attività accademica, Valeriano Pastor affianca da subito la progettazione architettonica, che riceve i primi stimoli negli anni Cinquanta grazie alla collaborazione con Edoardo Gellner e Carlo Scarpa; più avanti con Ignazio Gardella e definitivamente con Giuseppe Samonà. Sono questi incontri a segnare in modo importante la vita professionale e culturale di Pastor, irrobustendo il suo procedere e la sua crescita. La progettazione di nuovi edifici e alcuni interventi di restauro occupano gran parte della sua produzione architettonica: dall’ideazione di case e ville private a importanti incarichi pubblici, dentro e fuori i confini regionali, come il Nuovo Ospedale di Larino, i ripetuti interventi alla Biblioteca della Fondazione Querini Stampalia. Numerosi anche i progetti riservati all’arredamento e all’architettura degli interni e ai piani urbanistici che comprendono specifici studi sui caratteri del paesaggio.