L’architettura di Roberto Tognon si distingue per alcune caratteristiche che si impongono allo sguardo dell’osservatore, l’eleganza, la nitidezza formale, l’assenza di concitazione. Quello di Tognon è un “gioco dissenziente”, che assume le sembianze di un dialogo critico e consapevole con la modernità e con il dibattito contemporaneo sull’architettura, trovando echi e consonanze in esperienze internazionali che risalgono agli anni Settanta. In Tognon la “coscienza del sito” non soltanto produce una forma di straniamento e di non accondiscendenza, ma, se necessario, non si sottrae ad un aperto dissenso con l’esistente. Non è un caso che nei progetti presentati sia frequente imbattersi nell’urgenza di un’esclusione: escludere l’esterno, evitare promiscuità volumetriche, costruire fronti compatti, impermeabili al disordine urbanistico circostante, pensare a possibili “isole d’ordine”.
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