Il cinema è figlio della fotografia ma, scrive Roland Barthes in La camera chiara, nel corso del tempo è diventato «un’altra fenomenologia e di conseguenza è un’altra Arte». Il divario tra le due arti è davvero così netto? Appena si è reso autosufficiente dalla fotografia, il cinema ha seguito un percorso singolare che ha per certi versi superato e offuscato la matrice originaria. Tuttavia, il loro legame è profondo e non si risolve in un semplice rapporto di filiazione o di funzionamento tecnologico (la fotografia come aspetto tecnico dell’immagine cinematografica).
È venuto il momento che il mondo della ricerca si apra a un pieno riconoscimento non solo della profonda identità delle immagini tecniche (come definite da Vilém Flusser), ma anche delle pratiche registiche che hanno accomunato fotografi e filmmaker. È venuto
il momento che gli studiosi indaghino il doppio mestiere che caratterizza molti grandi artisti della modernità così come la rete di influenze che connota le immagini tecniche, eliminando l’equivoco di una fotografia ontologicamente documentaria e precinematografica
e quello di un’immagine-tempo ristretta al mondo della narrazione cinematografica.
In tale ottica, i saggi di questo volume indagano alcuni fotografi/registi o registi/fotografi per riscoprire i molteplici legami tra la fotografia e il cinema – le fotografie e i film – dall’epoca analogica all’epoca digitale.
Fotogrammi
Dai fotografi registi ai registi fotografi
Gabriele D’Autilia insegna Cinema, Fotografia e Studi Visuali presso l’Università di Teramo ed è stato curatore di diversi volumi e mostre per istituzioni pubbliche e private (tra cui l’Istituto Luce, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani, la Camera dei Deputati). Tra le sue pubblicazioni, L’indizio e la prova. La storia nella fotografia (2001), Storia della fotografia in Italia. Dal 1839 a oggi (2012), La guerra cieca. Esperienze ottiche e cultura visuale nella Grande guerra (2018), e la curatela per Einaudi de L’Italia del Novecento. Le fotografie e la storia (2005) e dell’edizione italiana del Dizionario della fotografia, Oxford University Press (2008).
Angelo Pietro Desole è ricercatore all’Università di Milano. Si occupa di storia della fotografia e di cultura visuale. Ha pubblicato diversi saggi in volume e riviste specializzate.
Caterina Martino è docente a contratto presso l’Università della Calabria. Si occupa di storia e teoria della fotografia italiana e internazionale, nei suoi rapporti con le altre arti (in particolare cinema) e con il dibattito filosofico contemporaneo. Ha svolto attività di ricerca, di insegnamento e cultorato in diverse università. Ha pubblicato vari saggi in riviste e volumi. È autrice della monografia Look Over Look. Il cuore fotografico del cinema di Stanley Kubrick (Mimesis, 2021).
Indice
- Gabriele D’Autilia, Angelo Pietro Desole, Caterina Martino, Introduzione
- Greta Plaitano, Il fotogramma perfetto. Cronofotografia e cinema al servizio delle belle arti
- Lorenzo Marmo, Paesaggi, corpi e atmosfere dell’eros. Le fotografie private di Friedrich Wilhelm Murnau
- Caterina Martino, Weegee the Famous. Fotografo e regista primitivo
- Gabriele D’Autilia, Hollywood: the Family of Man
- Raffaele De Berti, Elena Mosconi, Paolo Villa, Dal cineracconto al fototesto (e ritorno). Forme e modelli narrativi nel rotocalco italiano (1940-1960)
- Romina Zanon, Cecilia Mangini. Alle radici del reale tra fotografia e cinema
- Cristiano Bellemo, Mirco Melanco, Stan Brakhage: il “foto-cinema” a verso libero tra nascita, morte, sesso e ricerca di Dio
- Luca Bandirali, Fotografando Antonioni. Wim Wenders sul set di Al di là delle nuvole
- Simona Busni, Effetto Antonioni: tracce di fotografia e cinema
- Pietro Ammaturo, Jerry Schatzberg: lo sguardo fotografico dimenticato
- Angelo Pietro Desole, Nostalgia del presente. Andrej Tarkovskij: il cinema e la fotografia, il tempo
- Francesco Parisi, L’immagine-luogo di Giuseppe Tornatore
- Luciangela Gatto, Quando la vita rovina la foto. Fabio e Damiano D’Innocenzo fotografi
- Marcello Walter Bruno, Paolo Sorrentino. Il fotoritratto come ispirazione narrativa






