Di un regista famoso come Federico Fellini – pluripremiato con Oscar, Leoni, Palme d’oro – si è scritto tutto e il contrario per ogni aspetto del suo straordinario orizzonte artistico-visionario, compreso il sempre autoproclamato provincialismo riminese. Forse non rimaneva che pensare di scrivere qualcosa a proposito di un’altra provincia, anzi di una regione, il Veneto, nei suoi “incontri ravvicinati” con località, artisti, persone, personaggi storici, amici e studiosi, con le diverse inflessioni dei dialetti veneti e anche con Venezia.
Il volume intende infatti proporre una lettura “veneta” di scene e sequenze di alcuni film di Fellini (Rimini, 1920 - Roma, 1993), un doveroso omaggio nel trentennale della sua indimenticata scomparsa.
Le atmosfere, i temi, gli spazi e le narrazioni anche linguistiche dei luoghi veneti – a lungo visitati di persona, ma soprattutto con la fantasia, dall’autore di Amarcord – esprimono nella poetica e nello stile una piena e sincera attestazione di simpatia e affezione, oppure di disagio. In particolare, nella vicinanza con alcuni amici intellettuali: fra tutti, padre Angelo Arpa, lo scrittore Georges Simenon, il poeta veneto Andrea Zanzotto; con il falso mito del seduttore veneziano Giacomo Casanova; con le molte persone e personaggi di origine, consistenza e parlata della lingua veneta. Quei tipi, facce e maschere caricaturali così caratteristiche del suo cinema barocco. Tutti insieme per contribuire all’affascinante girotondo onirico di un Circo Veneto Felliniano.
Venezia e il Veneto nell’immaginario di Federico Fellini
Fabrizio Borin, già professore di Storia e critica del cinema e di Filologia cinematografica all’Università Ca’ Foscari di Venezia, è componente del Comitato scientifico del Fondo Nino Rota conservato presso la Fondazione Giorgio Cini. Ha tenuto conferenze e relazioni a convegni e seminari non solo italiani. Tra le sue pubblicazioni: Jerzy Skolimowski (1987), Carlos Saura (1989), Woody Allen (1997), Federico Fellini (2000), L’arte allo specchio. Il cinema di Andrej Tarkovskij (2004), Casanova (2007), Solaris (2010), Tarkovskiana 1. Arti, cinema e oggetti nel mondo poetico di Andrej Tarkovskij (2012), Remembering Andrej Tarkovskij. Un poeta del sogno e dell’immagine (2014), Zelig, Delitti senza castigo. Dostoevskij secondo Woody Allen (2020), Cinemanie d’autore. Tre chiodi fissi per lo schermo: Fellini, Hitchcock, Tarkovskij (2021). È direttore artistico del Premio Internazionale Mattador per la Sceneggiatura di Trieste.