Il Polesine potrebbe essere definito un regno dominato da un re bizzarro, prepotente e dispotico: l’Adige. Per metà terra e per metà acqua, approdato per ultimo sotto le ali del leone marciano, per secoli è stato un territorio desolato, di confine, ai margini della civiltà, in equilibrio precario tra l’uno e l’altro Stato, estraneo alle grandi contese territoriali. La ricerca intende ripercorrere alcuni episodi della sua storia, dalla fine del Medioevo al tremendo zorno del dodeze, in cui protagonista attiva degli eventi è la gente. Queste “pagine di vita” raccontano la presenza delle grandi abbazie, prima fra tutte quella della Vangadizza, principale monumento nonché faro culturale dell’intero Polesine, i conflitti politici ad essa legati, le imponenti opere di bonifica condotte dalle principali casate veneziane con il coinvolgimento diretto degli abitanti del posto, il fenomeno delle cernide, milizie popolari finalizzate alla difesa del territorio. Una finestra aperta su scenari poco conosciuti, su fatti di storia e al tempo stesso fatti di vita, veri e propri artefici della “polesinità” di oggi.
Il Polesine veneziano
Pagine di vita
Ivone Cacciavillani, avvocato del Foro di Venezia dal 1956, esercita la professione forense; molto attivo nella pubblicistica giuridica con testi monografici e interventi su riviste di materia, si interessa di storia e cultura venete con particolare attenzione alla storia delle istituzioni e del diritto della Serenissima. Ha promosso il sodalizio tra l’Ordine distrettuale degli Avvocati di Venezia e l’Ateneo Veneto per l’istituzione di un corso stabile di Diritto veneziano. Per Il Poligrafo ha pubblicato: Diritto veneziano vigente (2014), L’articolo due. Partecipazione e solidarismo nella Costituzione (2014), Il diritto di Venezia (2015) e La caduta. Venezia e il Veneto al tremendo zorno (2015).