Gli scritti di studiosi, colleghi e amici, raccolti in questo volume sotto l’idea di Venezia e delle sue plurime forme artistiche, rappresentano una prima riflessione dedicata alla figura e all’attività intellettuale di Massimo Gemin, storico dell’arte, docente, cercatore curioso e rigoroso. Articolata dentro i confini di una chiara, riconoscibile specularità – si può spaziare in tal modo dai ricordi biografico-professionali all’arte moderna, da documenti inediti su Paolo Veronese a sofisticate abduzioni sulla “lontananza”, dalla Venezia del Trecento a quella di Jacopo de’ Barbari e poi fino a quella contemporanea del cinema, da aspetti dell’area marciana cinquecentesca alle immagini di città italiane del Foresti, da Giorgione “astrologo” al rapporto tra iconografia e committenza – la miscellanea intende richiamare la molteplicità degli interessi, le linee direttrici, gli spunti culturali di uno studioso come Gemin.
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