Architettura e cinema. Tra i segnali della riflessione cinematografica di oggi, c’è anche questo: i film come documenti visivi di architetture fantastiche, di spazi reali e di aggiustamenti del reale. E ancora, il set inteso come un grande cantiere, la storia del cinema costituita di storie di lavori collettivi, di intrecci di collaborazioni.
È in questo contesto che l’Accademia di Brera ha deciso di riconsiderare la figura di Camillo Boito, professore di Architettura dal 1860 e critico di riferimento per l’Italia unita. Quale sistema delle arti c’era dietro un’attività mutevole e sempre ascoltata, che fissava i modelli per gli architetti, dispensava i criteri di visita per le mostre d’arte e firmava gli allestimenti per la Scala? E proprio da una novella di Boito Luchino Visconti ha tratto uno dei film più spettacolari del secondo dopoguerra italiano, Senso (1954).
Gli Autori hanno qui dimostrato la stessa curiosità dipanando i sistemi multiformi che stavano attorno all’insegnamento di Boito e al lavoro di Visconti. Boito in aula, Visconti sul set. Boito e le riviste di Hoepli, Visconti e i giornali del PCI.
Boito alle prese con una Milano in via di trasformazione, che innalza il monumento a Garibaldi, costruisce scuole e case di riposo e restaura le torri medioevali; Visconti alle prese con un nuovo cinema italiano, che vorrebbe spettacolare come Via col vento senza tradire gli insegnamenti di Gramsci e le suggestioni di Richard Strauss. [Atti degli incontri di studio promossi dall’Accademia di Brera]
Camillo Boito e il sistema delle arti
Dallo storicismo ottocentesco al melodramma cinematografico di Luchino Visconti
Giacomo Agosti alterna l’attività di attore e performer a quella di insegnante di pratica e cultura dello spettacolo presso l’Accademia di Brera. Dopo aver pubblicato La nascita della storia dell’arte in Italia. Adolfo Venturi: dal museo all’università 1880-1940 (Venezia, Marsilio, 1996). studia attualmente il cinema di Alfred Hitchcock e il melodramma di Giacomo Puccini.
Costanza Mangione, laureata in Storia della critica l’arte presso l’Università Statale di Milano, lavora da anni in ambito editoriale; ha collaborato in più occasioni alla ricognizione del patrimonio storico dell’Accademia di Brera e si è occupata a lungo delle arti a Milano tra Otto e Novecento.