Da una parte viene tematizzato il pensiero politico di Tommaso d’Aquino, per rilevarne la perenne vitalità e presenza nel pensiero contemporaneo; dall’altra vengono affrontati alcuni nodi teorici del pensiero di Carl Schmitt. Si passa così dall’analisi della nozione di legge, definita da Tommaso «una certa regola o misura dell’agire», a quella di bene comune in Maritain.
Del pensiero di Schmitt si tenta di individuare la sua dottrina dell’imperialità, ossia la sua fede nella figura imperiale, non del tutto esplicita nella sua opera ma presente e tale da gettare nuova luce sul suo pensiero. Inoltre è proposta un’interpretazione originale sia del testo autobiografico Ex captivitate salus, sia dei rapporti tra Heidegger e Schmitt. L’obiettivo è di verificare se il percorso di Heidegger sia sottoponibile alle stesse critiche che Schmitt ha elevato al romanticismo politico.
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