Attraverso metodi e prospettive critiche complementari, gli studi riuniti in questo volume si propongono di fare nuova luce sulla figura di Antonio Conti (1677-1749) e sulla sua attività di filosofo, scienziato e poeta, testimoniata anche dai numerosi scritti ancora inediti. Muovendo da un’idea assolutamente transdisciplinare della cultura e della ricerca, il percorso a volte frammentario ma sempre coerente di Conti configura una teoria della conoscenza che include la sfera più ampia della razionalità come l’universo mobile degli affetti all’origine del processo creativo.
Aperto al dibattito scientifico e filosofico – che lo vede tra i primi divulgatori di Newton, di Leibniz e di Wolff – e insieme agli interessi letterari ed estetici che lo conducono a dialogare direttamente con i testi più rilevanti della cultura europea attraverso un’intensa attività di traduttore, Conti intrattiene relazioni significative con i contemporanei, ma costituisce anche un punto di riferimento per gli autori successivi. Non a caso il suo rapporto con la modernità, senza frontiere geografiche o di disciplina, avrà un’influenza decisiva nella seconda metà del Settecento, quando scrittori come Pindemonte o Foscolo saranno indotti a confrontarsi non solo con le sue versioni poetiche, ma anche con quella teoria universale del mito che in accordo con la Scienza nuova vichiana (di cui Conti fu uno dei primi attenti lettori) attribuisce ai «fantasmi poetici» una verità conoscitiva.
Antonio Conti: uno scienziato
nella Républiques des lettres
Guido Baldassarri insegna Letteratura italiana presso l’Università di Padova. Si occupa principalmente di autori del Cinque-Seicento e del Settecento. Ha al suo attivo numerosi contributi sul Pascoli «conviviale» e si è a più riprese occupato di diverse tematiche della letteratura contemporanea, anche in prospettiva europea. È vicepresidente del Centro di Studi Tassiani di Bergamo e segretario della Commissione Nazionale per l’edizione delle opere del Tasso.
Silvia Contarini è ricercatrice di Letteratura italiana all’Università di Udine. Si è occupata prevalentemente di letteratura e storia della cultura del Sette-Ottocento (Alfieri, Pietro Verri), pubblicando vari saggi su riviste specializzate.
Francesca Fedi insegna Letteratura Italiana presso l’Università di Parma. I suoi interessi di studio si sono rivolti all’estetica e alle poetiche del Neoclassicismo, all’opera di Leopardi, ai rapporti fra cultura massonica e letteratura nel Settecento e alle tecniche dell’argomentare per paradossi nel primo Cinquecento, con particolare riguardo alla prosa di Machiavelli.