Il volume getta luce sul contesto linguistico e culturale con cui Petrarca venne a contatto a partire dal 1349, anno in cui il poeta accolse per la prima volta l’invito dei signori Carrara, e poi stabilmente dal 1368, con il suo trasferimento definitivo a Padova e, infine, ad Arquà. I diversi studi ripercorrono le tracce che compongono il ritratto articolato della cultura di un’epoca: dal processo di formazione del linguaggio teatrale in area veneta ad una serie di note linguistiche sulla Bibbia Istoriata Padovana, dalle carte del notaio Lanzarotto alle rime di Francesco di Vannozzo, da un’analisi della tradizione “padovana” del De Vulgari eloquentia fino ai ternari trilingui di Matteo Correggiaio. Ogni singolo contributo permette di chiarire il quadro d’insieme della cultura volgare padovana del Trecento e di rileggere più da vicino le ragioni della “padovanità” di un testo capitale come i Rerum Vulgarium Fragmenta.
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