Il corridoio dei passi perduti è uno degli appellativi – probabilmente il meno noto, ma di certo il più evocativo – attribuiti al salone antistante gli ingressi dell’aula di Palazzo Montecitorio, ossia il famoso Transatlantico, luogo di sosta e colloquio per deputati e giornalisti, cuore pulsante dell’attività parlamentare italiana. L’insolito appellativo origina da un «petrarchesco senso di caducità di ogni cosa terrena anche sotto l’egida del potere. In effetti, a tarda sera quando, spente le luci dell’aula, il salone è vuoto, silenzioso, buio e attraversato soltanto dall’esile lama di luce delle lampade di sicurezza, c’è chi sente tornare i passi di coloro i quali si sono allontanati per sempre». Franco Busetto, ripercorrendo con la memoria questo corridoio, traccia un quadro storico della vita politica e sociale dell’Italia tra il 1958 e il 1976, entro la cornice della sua attività parlamentare che lo vide impegnato su più fronti e che, da ultimo, lo portò a ricoprire cariche di rilievo come quella di Questore della Camera. Riecheggiano, nel corridoio, i passi di tanti Deputati – compagni di partito, ma anche amici – che insieme a Busetto non si arresero di fronte a difficoltà, ingiustizie, crisi o avvenimenti drammatici; ma soprattutto ritornano, con nitidezza, i ricordi dei momenti più duri: la morte di Togliatti, il Vajont, la grande alluvione, i tentativi di golpe, le stragi degli anni di piombo.
Il corridoio dei passi perduti
Esperienze di un parlamentare dell’Italia repubblicana
presentazione di Silvio Lanaro
Franco Busetto, uomo della Resistenza nel più alto grado di partecipazione, arrestato e deportato nel lager di Mauthausen, è stato insegnante di Elettrotecnica, poi funzionario del Partito Comunista Italiano per precisa scelta di vita, deputato per quattro legislature. Tra le sue pubblicazioni: Traversie e opportunità. La politica: impegno civile e passione di una vita (Padova 1999); Tracce di memoria. Dall’Università a Mauthausen (Padova 1997).