Quale fu il percorso intellettuale di molti giovani italiani che, iniziata la carriera universitaria sotto la guida di rettori “fascistissimi”, la conclusero sotto rettori partigiani? E quale l’itinerario etico-politico che portò un’intera generazione di studenti dai Littoriali alla Resistenza? Quali le idee, le riflessioni e gli scritti che circolavano all’epoca sulle riviste dei Gruppi Universitari Fascisti («Il Bò», «Il Campano», «Libro e Moschetto»)?
Franco Busetto – da buon “archeologo della memoria”, quale si è dimostrato con la trilogia precedente – risponde in modo convincente a questi e altri quesiti, ripercorrendo la sua esperienza di studente nell’epoca fascista. Esperienza evocata con la franchezza – rara – di non cercare affatto di velare i propri esordi o di retrodatare la propria crisi politica e il conseguente passaggio dal fascismo al comunismo, attraverso la Resistenza e la prigionia nel lager di Mauthausen. Pagina dopo pagina si snoda un itinerario denso di avvenimenti drammatici, di cultura e personaggi di spicco – quali Zanzotto, Visentini, De Luca, Alessi, Meneghello, Muraro, Zancanaro, De Bosio e altri – sino ad arrivare a quelli che Busetto, affettuosamente, chiama i “Maestri”: Concetto Marchesi, Eugenio Curiel ed Ettore Luccini.
Studenti universitari negli anni del Duce
Il consenso, le contraddizioni, la rottura
presentazione di Mario Isnenghi
Franco Busetto, uomo della Resistenza nel più alto grado di partecipazione, arrestato e deportato nel lager di Mauthausen, è stato insegnante di Elettrotecnica, poi funzionario del Partito Comunista Italiano per precisa scelta di vita, deputato per quattro legislature. Tra le sue pubblicazioni: Il corridoio dei passi perduti. Esperienze di un parlamentare dell’Italia repubblicana (Padova 2000); Traversie e opportunità. La politica: impegno civile e passione di una vita (Padova 1999); Tracce di memoria. Dall’Università a Mauthausen (Padova 1997).