Nella storia della committenza libraria di età medievale il ruolo degli ordini religiosi e dei grandi ecclesiastici rappresenta uno dei temi più rilevanti, come da tempo hanno messo in evidenza le ricerche volte a ricostruire consistenza e composizione delle raccolte di manoscritti di importanti monasteri e comunità secolari e conventuali. Tra i secoli XI e XIV la penisola italiana è un grande laboratorio di produzione di manoscritti miniati: abbazie come quelle di Montecassino e Cava de’ Tirreni, ma anche città come Milano, Padova, Trento e Firenze, insieme con la Roma dei papi rappresentano alcune delle maggiori sedi di scriptoria e biblioteche ecclesiastiche. Stili e tecniche, rapporto testo-illustrazione, processi di ampliamento delle biblioteche, meccanismi di autolegittimazionemessi in atto dai committenti sono alcuni dei temi intorno a cui si snoda l’indagine qui condotta. Un viaggio nell’arte della miniatura in tutte le sue declinazioni, un percorso tra gli scriptoria monastici e capitolari e le botteghe miniatorie, che si sofferma in particolare sulle scelte artistiche e iconografiche, sulle modalità di produzione e sui contesti di destinazione dei manoscritti, puntando a far emergere il ruolo cruciale ricoperto dagli ordini religiosi e dai grandi ecclesiastici nella storia della committenza libraria di età medievale.
Il libro miniato e il suo committente
Per la ricostruzione delle biblioteche ecclesiastiche
del Medioevo italiano (secc. XI-XIV)
Teresa D’Urso, insegna Storia dell’arte medievale e Storia della miniatura presso la Seconda Università degli studi di Napoli. Le sue ricerche hanno riguardato in particolare l’illustrazione libraria della Penisola tra Medioevo e Rinascimento. Ha consacrato una monografia alla figura del miniatore Giovanni Todeschino e alla diffusione della miniatura “all’antica” tra Italia e Francia, e pubblicato diversi contributi inerenti alla storia della committenza libraria, delle biblioteche medievali e rinascimentali tra i secoli XII e XVI e del collezionismo di manoscritti miniati tra Inghilterra e Francia nell’Ottocento.
Alessandra Perriccioli Saggese insegna Storia dell’arte medievale e Storia della miniatura presso la Seconda Università di Napoli, ed è presidente della Società Internazionale di Storia della Miniatura. Autrice di numerosi studi sui manoscritti miniati dal Medioevo al Rinascimento nel Mezzogiorno d’Italia, si è occupata in particolare di miniatura napoletana di età angioina. Fa parte del comitato scientifico della «Rivista di Storia della Miniatura». Per Il Poligrafo ha curato, insieme a Giordana Mariani Canova, Il codice miniato in Europa. Libri per la chiesa, per la città, per la corte (2014).
Giuseppa Z. Zanichelli insegna Storia dell’arte medievale e Storia della miniatura presso l’Università degli studi di Salerno. Le sue ricerche si sono focalizzate sulla produzione italiana di manoscritti miniati fra XI e XII secolo, con particolare attenzione al problema della struttura e del sistema produttivo degli scriptoria monastici. Un’altra area di ricerca è costituita dalla committenza libraria femminile e dall’uso simbolico del libro nel processo di legittimazione individuale e di promozione familiare delle classi aristocratiche e dei nuovi ceti dirigenti cittadini. Fa parte del comitato scientifico della «Rivista di Storia della Miniatura».
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