Diego Valeri (1887-1976) poeta, prosatore, fine traduttore, ma anche uomo di cultura a tutto tondo, in veste di critico, insegnante medio e universitario, pubblicista, oratore conversevole e raffinato causeur: un intellettuale che con la sua poliedrica attività ha segnato la storia letteraria del Novecento italiano, rivendicando una appartenenza provinciale e, insieme, distinguendosi per l’ampiezza di esperienze e di contatti, oltre che per l’originalità di una voce poetica che seppe attraversare il secolo mantenendo il proprio tono inconfondibile, da opere giovanili come Umana e Ariele fino a Calle del Vento. Pur risiedendo a lungo a Venezia, Valeri rimase sempre fedele alla propria origine padovana – nato a Piove di Sacco, trascorse a Padova gli anni decisivi della sua formazione e qui tornò nel dopoguerra per insegnare all’università – e, nel tempo, rimarcò a più riprese la propria affinità intellettuale rispetto a quella “patavinità” che egli identificava con la ricca tradizione culturale euganea.
Il profilo biografico di Diego Valeri tracciato in queste pagine offre l’occasione per ripercorrerne l’itinerario umano e intellettuale, sullo sfondo di quella “città materna” mai del tutto abbandonata, crocevia di affetti e di relazioni.
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