«L’aria del paradiso è quella che soffia tra le orecchie di un cavallo» recita un proverbio arabo, e aria di paradiso si è respirata a Padova durante i secoli d’oro dell’ippica. La straordinaria presenza di un ippodromo ante litteram come il Prato della Valle ha garantito alla città una lunga tradizione nelle corse dei cavalli fin dagli inizi dell’Ottocento. Passione, grande dedizione ed esperienza hanno fatto poi il resto, trasformando Padova nella capitale internazionale del trotto. L’ippodromo finanziato dal senatore Vincenzo Stefano Breda accanto alla sua villa a Ponte di Brenta è stato punto di riferimento per generazioni di proprietari, fantini, pubblico e per genealogie equine, lasciando un’importante eredità raccolta dalla famiglia dell’imprenditore Ivone Grassetto, che ha poi dato vita a “Le Padovanelle”.
Scrivere questa particolare pagina di storia della città significa entrare nella memoria, personale e collettiva, di una passione trasversale che ha coinvolto e coinvolge competenze, professionalità e socialità differenti. Ne esce uno spaccato di vita cittadina ricco di aneddoti, dal quale emergono allevatori, scuderie, cavalli, corse, premi e fantini, ma anche giornalisti, scommettitori e appassionati, che restituiscono l’immagine di una realtà variegata e attiva, capace di unire la cittadinanza e muovere interessi e capitali.
Padova al trotto
Giovanni Palombarini (Gorizia, 1936) è un magistrato italiano. Nel corso di 45 anni di attività professionale ha ricoperto incarichi in diverse sedi giudiziarie, trattando importanti processi. È stato pretore civile a Milano, Mestre e Padova, dove ha assunto, nel 1975, le funzioni di giudice istruttore penale, dirigendo il relativo ufficio fino al 1990. In quegli anni l’Ufficio istruzione ha gestito molti processi di consistente rilevanza, tra i quali il processo alle Brigate rosse per l’omicidio di due militanti del Movimento Sociale Italiano nella sede di via Zabarella (1974); il “processo 7 aprile”, promosso nei confronti di numerosi esponenti di Autonomia Operaia (1979); e il “processo ai Nocs”, per fatti di tortura ai danni di brigatisti arrestati dopo il sequestro del generale americano Dozier. È rimasto nell’Ufficio istruzione fino all’elezione al Consiglio superiore della magistratura nel luglio 1990.
Dalla fondazione nel 1964 ha aderito a Magistratura Democratica, divenendone presidente (1986-1990). Nel corso degli anni, ha pubblicato diversi saggi sulle grandi tematiche della giustizia, dal processo penale al carcere, dall’immigrazione al diritto del lavoro, dalla salute all’ordinamento giudiziario. Tra le sue pubblicazioni: 7 aprile. Il processo e la storia (Arsenale, 1982), Giudici a Sinistra. I 36 anni della storia di Magistratura Democratica: una proposta per una nuova politica per la giustizia (Edizioni Scientifiche Italiane, 2000), Diritto penale minimo (a cura di, con Umberto Curi, Donzelli, 2002), La variabile indipendente. Quale giustizia negli anni Duemila (Dedalo, 2006), La costituzione e i diritti. Una storia italiana. La vicenda di MD dal primo governo di centro-sinistra all’ultimo governo Berlusconi (con Gianfranco Viglietta, Edizioni Scientifiche Italiane, 2011) e, per le edizioni Il Poligrafo, Il processo 7 aprile, nei ricordi del giudice istruttore (2014).
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