Raccontare la Shoah, lo sterminio di milioni di ebrei e, più in generale, le tragedie della Seconda Guerra mondiale e le persecuzioni che colpirono gli oppositori politici del nazifascismo, significa affrontare un dialogo con le nuove generazioni di studenti, nate e vissute in una realtà radicalmente diversa rispetto all’Italia delle famigerate “leggi razziali”. Negli ultimi anni, Franco Busetto ha parlato di questi temi nelle scuole in numerosi incontri con allievi e docenti, narrando la propria esperienza di deportato a Mauthausen e presentando, insieme alla diretta testimonianza di quei terribili eventi, un punto di vista sempre aperto alla comprensione e alla discussione critica. Esiste la storia, con i suoi fatti incontrovertibili e con le sue interpretazioni, ma esiste anche un modo particolare di intrecciare la storia e le memorie che la compongono. Un problema didattico come quello legato alla trasmissione della memoria della Shoah si traduce in una questione ricca di implicazioni etiche, culturali e politiche. Introdurre nella normale attività didattica un tema così complesso è compito non facile, eppure necessario, specialmente in una realtà caratterizzata dall’insogenza di vecchi e nuovi razzismi e fondamentalismi su scala mondiale. Raccontare Auschwitz rappresenta per la scuola una “scommessa educativa”, argomento di apprendimento, ma soprattutto strumento di formazione etica e civile.
Dall’orrore alla speranza
La Shoah nelle scuole tra storia e memoria
Franco Busetto, uomo della Resistenza nel più alto grado di partecipazione, arrestato e deportato nel lager di Mauthausen, è stato insegnante di elettrotecnica, poi funzionario del Partito Comunista Italiano per precisa scelta di vita, deputato per quattro legislature. Tra le sue pubblicazioni: La politica e la memoria. Uomini, eventi, istituzioni (Padova 2004); Il corridoio dei passi perduti. Esperienze di un parlamentare dell’Italia repubblicana (Padova 2000); Tracce di memoria. Dall’Università a Mauthausen (Padova 1997, 2005).