La nascita è ciò che inizia, è il divenire, l’essere per il nuovo e per il progetto: porre la nascita, anziché la morte, al centro delle speculazioni filosofiche, significa sconvolgere “l’orto filosofico” attaccandolo alla radice, là dove inizia l’ottica metafisica su cui si è costruita l’intera tradizione classica dell’Occidente. Questo rivoluzionario approccio di Hannah Arendt è stato intercettato dal femminismo e coniugato con una articolata opera di “risignificazione” della maternità, della sua potenza sociale e culturale, dunque simbolica.
Dare un nuovo significato alla nascita, alla maternità e alla potenza del corpo femminile equivale a riattraversare criticamente il loro “mito”, a rivedere in profondità le categorizzazioni tradizionali della cultura moderna: in particolare quelle della psicanalisi, della medicina, della politica.
Oggi queste visioni stanno confliggendo con l’irruzione del “simbolico materno” sulla scena pubblica. Il riferimento a una genealogia femminile fondata sul riconoscimento del diritto materno sembra infatti poter tracciare nuovi percorsi di libertà e di emancipazione. I saggi qui raccolti ricostruiscono il dibattito in corso e presentano alcune delle voci più originali e interessanti della cultura contemporanea.
2011, pp. 288
ISBN
978-88-7115-706-1
€ 23,00 € 21,85
Procreare la vita, filosofare la morte
Maternità e femminismo
a cura di
Aida Ribero ha fatto parte dei primi gruppi di autocoscienza ispirati al pensiero di Carla Lonzi e nel 1995 ha fondato a Torino insieme ad altre il Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile. Ha pubblicato: con Ferdinanda Vigliani (a cura di), 100 titoli. Guida ragionato al femminismo degli anni Settanta (Ferrara 1998); Una questione di libertà (Torino 1999); Glossario. Lessico della differenza (Torino 2007).
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