Nel III secolo d.C. Plotino ripropose con grande originalità i temi fondamentali del pensiero platonico, come quello della relazione tra l’anima e il corpo. Affrontando le obiezioni aristoteliche contro la concezione di Platone, sostenne l’indipendenza dell’anima dal corpo, la sua superiorità e la sua affinità di natura con i princìpi intelligibili. Fu da questa prospettiva che Plotino pose il problema della coesistenza di anima e corpo, ed aprì la sua ricerca descrivendo il “ritorno” dell’anima in se stessa. Il breve trattato Sulla discesa dell’anima nei corpi inaugurò un tema destinato a segnare profondamente la storia del pensiero filosofico, di cui Agostino e Avicenna furono ambedue grandi eredi. Il trattato plotiniano e la sua parafrasi araba sono tradotti e commentati assieme in questo volume, fornendo una prima analisi dettagliata del pensiero del filosofo.
La discesa dell’anima nei corpi (Enn. IV 8[6])
Plotiniana Arabica (Pseudo-Teologia
di Aristotele, capitoli 1 e 7;
“Detti del Sapiente Greco”)
a cura di
Cristina D’Ancona è ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Padova e insegna Storia della Filosofia Araba Medievale nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Pisa. Nell’ambito della stessa collana ha curato, insieme a Giuseppe Serra, la miscellanea Aristotele e Alessandro di Afrodisia nella tradizione araba (Padova 2002).