Intorno alla metà del XIV secolo il gruppo di maestri che cresce sotto la guida di Giovanni Buridano alla Facoltà delle Arti di Parigi attua una fondamentale svolta nella scienza fisica, che si traduce nell’ampliamento del campo di ciò che in natura viene definito come “quantificabile”. Questo saggio riesce a tratteggiare i contorni di una scienza medievale niente affatto statica o dogmatica, mostrando come la svolta operata a Parigi comporterà una modificazione degli stessi princìpi ontologici alla base della fisica medievale. Se da un lato il processo di “matematizzazione” della fisica implica una nuova considerazione della materia, dall’altro esso determina la possibilità di quantificare con esattezza la “potenza” della forma. Gli allievi di Buridano aprono così una breccia nella rigida struttura del cosmo aristotelico, contraddicendo uno degli assunti basilari della scienza del movimento.
L’analisi matematica del movimento
e i limiti della fisica tardo-medievale
La ricezione della perspectiva e delle calculationes
alla Facoltà delle Arti di Parigi (1340-1350)
Fabio Zanin si è laureato a Venezia, relatore Italo Sciuto, con una tesi sull’originale contributo apportato da Nicola Oresme alla fisica tardo-medievale, mettendone in luce le modificazioni introdotte nei principi ontologici della filosofia naturale peripatetica. Ha perfezionato le sue ricerche sotto la guida di Francesco Bottin a Padova, dove ha conseguito il titolo di dottore in ricerca nel 2003 con una dissertazione sull’applicazione della matematica allo studio delle cause del moto tra Duecento e Trecento, prestando particolare attenzione alla “scuola di Buridano”. Lavora attualmente presso il Centro Interdipartimentale “Carlo Giacon” dell’Università di Padova ed è membro della redazione della rivista «Medioevo».