Peter è ancora un bambino quando una terribile tragedia cambia il corso della sua vita: la perdita, il vuoto e lo sradicamento trovano espressione nel movimento, nel vagabondare da un luogo all’altro, da una città all’altra, costantemente alla ricerca di qualcosa o qualcuno da poter chiamare casa, di un rimedio a quegli incubi che infestano le sue notti insonni, oscure presenze che lo lasciano inerme e indifeso.
Bologna, Berlino, Colonia, Padova e le montagne della Valsugana si alternano così componendo la trama di una vita difficile, porti sicuri per un’anima errante che nell’amore per la fragile Elisabetta e nell’amicizia per Francesco troverà momentanei attimi di conforto e felicità, in una realtà quotidiana dove la speranza di un futuro diverso sembra essere l’unico motivo per resistere a un destino altrimenti ineludibile.
Il racconto di un’esistenza “normale” – fatta di momenti gioiosi, difficoltà, piccole e grandi tragedie, come ci fa notare Patrizio Martinelli nell’introduzione – che si snoda nel tempo e nello spazio. E proprio lo spazio, in un susseguirsi di grandi città e luoghi del privato, diventa a sua volta protagonista del romanzo, palcoscenico di una vita, di quell’infraordinario caro a Perec in grado di rappresentare l’universale, l’esistenza di ciascuno di noi.
Carbone
Storia di un'anima errante
Alessandro Tognon nasce a Venezia nel 1970 e nella stessa città si laurea in architettura. Dopo un’esperienza professionale a Berlino, torna a Padova dove inizia la sua attività come architetto, interessandosi ai temi urbani e alle complessità della città europea contemporanea. Le stesse tematiche lo vedono attivo sia con l’associazione Di Architettura di Padova che a Bologna e Kaiserlslautern, dove è docente universitario. Carbone. Storia di un’anima errante è il suo primo romanzo.
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