La storia dei partiti nell’Italia repubblicana è stata, in molti casi, una storia di scissioni e di lunghe dispute ideologiche. Il Partito democratico ha invertito questa tendenza facendo convergere, per la prima volta, protagonisti e culture politiche che hanno segnato con la loro presenza la struttura profonda del nostro Paese: una scommessa innovativa che ha sconvolto l’assetto tradizionale del centrosinistra, ereditando lo spirito unitario all’origine dell’esperienza dell’Ulivo, ma anche le tracce di “miti” e “riti” dei vecchi partiti di massa: Democrazia cristiana e Partito comunista in primis, con le rispettive filiazioni seguite al crollo del muro di Berlino e a Tangentopoli.
Il volume, avvalendosi di materiali inediti – fonti archivistiche, interviste ai testimoni, questionari – ripercorre la lunga e complessa genealogia del Partito democratico, con un occhio di riguardo al difficile e contrastato rapporto tra il centro e la periferia, tra Roma e il Nordest, con un Veneto attraversato da spinte contraddittorie, tra dinamiche politiche generali e richieste di maggiore autonomia.
Rivedere la storia del Partito democratico e quella delle sue diverse identità consente di aprire una riflessione critica sulle prospettive del centrosinistra come forza di governo locale e nazionale, oltre che di verificare se e in che misura, una volta fatto il nuovo partito, si siano fatti anche i democratici.
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