In Essere e tempo, la grande opera heideggeriana del 1927, la tematica del mondo viene sviluppata in forma nuova. Si tratta di una questione teoretica fondamentale, attraverso la quale è possibile misurare la distanza di Heidegger dalla fenomenologia del suo maestro Husserl. Attraverso una riflessione originale sul concetto di mondo, concepito come quel contesto di significati che permette di rapportarsi alle cose e agli altri, Heidegger rompe con la concezione husserliana della coscienza intesa come regina assoluta dei vissuti, aprendo all’idea di un’esistenza finita, appunto perché “gettata” nel mondo.
Questo studio prende in esame Essere nel tempo e i corsi universitari tenuti da Heidegger negli anni Venti, nei quali opera una radicale trasformazione dell’impianto fenomenologico, orientandolo in direzione di un’ermeneutica dell’essere nel mondo.
2002, pp. 248
ISBN
978-88-7115-244-8
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Esistenza e mondo
L’ermeneutica della fatticità in Heidegger
presentazione di Mario Ruggenini
Sebastiano Galanti Grollo è dottorando di ricerca in Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha trascorso dei periodi di studio a Berlino e presso la Albert-Ludwigs-Universität di Friburgo. Si sta ora occupando del pensiero di Heidegger in riferimento alla problematica fenomenologico-ermeneutica dell’alterità.