Rosmini e Duns Scoto

Le fonti scotiste dell’ontologia rosminiana

presentazione di Paolo Pagani

Nel panorama complesso della filosofia italiana ed europea ottocentesca, il ruolo di Antonio Rosmini (1797-1855) assume particolare rilievo nella formazione di quelle correnti spiritualistiche che saranno in opposizione alle tendenze materialiste e positiviste emergenti. Il debito evidente di Rosmini nei confronti di Giovanni Duns Scoto, il “Dottor Sottile” della Scolastica, è rimasto finora un aspetto incompreso o misconosciuto dalla storiografia, monopolizzata per larghi tratti dal dibattito intorno alla fedeltà di Rosmini a Tommaso d’Aquino.
Nel volume questa lacuna viene colmata risalendo, in maniera argomentata e rigorosa, alle fonti medievali del pensiero rosminiano: Rosmini non è un mero ripetitore delle posizioni di Duns Scoto, come sostenuto da un altro protagonista della filosofia italiana ottocentesca, Vincenzo Gioberti, ma, al contrario, nella sua ontologia mira a rielaborare l’eredità concettuale della scuola scotista. Una chiave interpretativa che permette di ricostruire più compiutamente il rapporto tra Rosmini e Scoto, rimandando infine a un trattato settecentesco, il Johannis Duns Scoti Philosophia di Carlo Giuseppe Bignamini, qui analizzato criticamente per la prima volta.

Gian Pietro Soliani, laureato in Scienze filosofiche all’Università Ca’ Foscari di Venezia, da alcuni anni ha concentrato i propri studi soprattutto sul pensiero medievale e sulla sua rilevanza per la comprensione della filosofia moderna e contemporanea.

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