In un saggio del 1915, Scheler definisce l’essere dell’uomo come “il gesto della trascendenza”, un incerto transito, un fra, un confine, un apparire divino nella tempesta della vita e un eterno oltre della vita rispetto a se stessa.
Il presente lavoro ricostruisce un percorso interpretativo dell’irrequieto quanto multiforme pensiero scheleriano sullo sfondo della sua paradossale metafisica antropologica: l’uomo come indefinibile, instabile frontiera tra il divino e la vita. Questo esser transito si definisce come una sorta di leitmotiv, che prende progressivamente forma nell’itinerario di Scheler, dagli esordi fenomenologici sino agli sviluppi teistici e al loro progressivo abbandono nell’ultima fase di pensiero. Questo volume dimostra, grazie al cruciale confronto/scontro con Heidegger, come il contributo scheleriano più originale vada individuato in un’antropologia non biologicistica.
2001, pp. 162
ISBN
978-88-7115-156-4
€ 17,04 € 16,19
Il gesto della trascendenza
Un’interpretazione di Max Scheler
presentazione di Emanuele Severino
Veniero Venier è dottore di ricerca e collabora con il Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze dell’Università di Venezia. Oltre a diversi saggi di fenomenologia ed ermeneutica, ha pubblicato La Critica della coscienza estetica nella riflessione ermeneutica di Hans Georg Gadamer (Venezia 1991) e “L’origine dell’opera d’arte” di Heidegger e il problema della verità (Torino 1995).