Assumendosi il delicato compito di traghettare Padova dalla fase della ricostruzione post-bellica fino agli inizi degli anni Settanta, l’avvocato Cesare Crescente (1886-1983), entrato in politica nelle file della Democrazia Cristiana, diventa sindaco nel 1947.
In queste pagine sono messi a fuoco i ventitré lunghi anni che lo videro alla guida della città, attraverso una doppia narrazione, dentro e fuori dell’aula consiliare, che restituisce tanto la personalità del sindaco – delineata anche dai ricordi di amici e oppositori –, quanto il clima che si respirava in una città trasformata, che vede mutati valori, condizioni materiali e aspettative. Tracciare l’attività di Crescente e le decisioni prese in materia di sviluppo e rinnovamento urbanistico e viario, a partire dalla fondazione dell’ACAP e dall’introduzione di un inaspettato Piano regolatore, offre l’occasione di ritornare con nuove considerazioni su alcune delle operazioni più controverse della storia di Padova, quelle che hanno modificato il volto della “città materna” cantata da Diego Valeri. Decisioni quali l’abbattimento di edifici storici e l’interramento delle riviere che, se con la voce di chi parla oggi sono inevitabilmente condannate, all’epoca sono apparse come la risposta agli stimoli e alle ambizioni degli abitanti di una città che voleva creare una propria fisionomia identitaria e raggiungere una posizione di rilievo, secondo quell’aspirazione allora diffusa che intendeva fare di Padova “la Milano del Veneto”.
La Padova del sindaco Crescente (1947-1970)
Paolo Giaretta, padovano, classe 1947. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Padova, già vicesegretario generale della Camera di Commercio di Padova, è stato Sindaco di Padova e Senatore della Repubblica. Ha pubblicato Il Palazzo della Ragione, una guida per la buona politica (Panda, 2001), La città è uno stato d’animo (con I. Rossi, Edizioni Rinoceronte, 2004), Con i sé e con i ma, fare politica ai tempi dell’antipolitica (Nuovadimensione, 2014). Suoi saggi sono comparsi nei volumi Identità e istituzioni nel Veneto contemporaneo (Cleup, 2014), La metropoli policentrica (Marsilio, 2014), Il Veneto del secondo novecento. Politica ed istituzioni (Franco Angeli, 2015). Inoltre è tra gli autori di tre ebook editi nel 2015 e 2016 da Venezie Post, di cui è editorialista: Idee per il Veneto di domani; Sindaci al bivio; Tornare alla politica. Senza visione non c’è cambiamento. Altri scritti e saggi sono in www.paologiaretta.it.
Francesco Jori, padovano, classe 1946. Laureato in Scienze Politiche all’Università di Padova, è giornalista professionista dal 1967. Ha iniziato a lavorare al «Resto del Carlino», quindi è stato capo ufficio stampa della Provincia di Padova. Nel 1978 ha fatto parte del gruppo di fondatori del nuovo quotidiano «il Mattino di Padova»; quindi è passato al «Gazzettino», dove è stato inviato speciale e successivamente vice direttore. Dal 2006 è editorialista dei quotidiani locali del gruppo «L’Espresso». Ha pubblicato, tra gli altri, i libri Di Nordest non ce n’è uno. Dalla Liga alla Lega e Senza politica (Marsilio), Racconti d’impresa (Laterza), L’ultimo dei barcari, Storia di Padova, Storia di Vicenza, Il Sud del Nord, Ne uccise più la fame e 1516, il primo ghetto (Biblioteca dell’Immagine).
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