L’apparente paradosso di una delle esperienze più importanti ed avanzate del Risorgimento italiano, riletta e raccontata come la più moderata delle rivoluzioni o persino come il tentativo di restaurare una realtà d’ancien régime: questo il punto d’arrivo e il nucleo interpretativo del libro, che dà spazio a vicende collettive e a emblematici itinerari individuali. Ma prima di approdare agli anni di inizio Novecento, in cui si definisce compiutamente un’agguerrita interpretazione conservatrice del 1848-1849 veneziano, la ricerca attraversa i decenni che separano il 1866 dall’affermazione, a fine secolo, del clericomoderatismo, spingendosi poi fino alla Grande Guerra, le cui vicende e i cui obiettivi vengono filtrati in laguna attraverso la retorica e i richiami storici del nazionalismo adriatico.
L’intento di mantenere un equilibrio tra prospettiva nazionale e ambito locale, facendo nel contempo dialogare le contingenze politiche con i meccanismi della memoria collettiva e con le rappresentazioni identitarie, trova riscontro sia nella struttura del lavoro sia nella scelta degli estremi cronologici, rispetto ai quali è interessante indagare la dialettica tra identità veneziana e sensi d’appartenenza più ampi, anche in una prospettiva di uso pubblico della storia e di reciproche legittimazioni tra passato e presente.
2003, pp. 602
ISBN
978-88-7115-276-9
€ 25,00 € 23,75
La rivoluzione restaurata
Il 1848-1849 a Venezia fra memoria e oblio
presentazione di Mario Isnenghi
Eva Cecchinato, laureatasi in Storia all’Università Ca’ Foscari di Venezia sotto la guida di Mario Isnenghi, è dottoranda presso l’Università di Torino. Ha in corso una ricerca sui reduci risorgimentali e sul volontariato garibaldino in epoca postunitaria, collabora con l’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea.