La teoria dell’oggetto risponde in Meinong alla necessità di una disciplina che tratti i propri oggetti al caso particolare dell’esistenza. Poiché tutto è “oggetto”, non è possibile darne una definizione adeguata, fondata su genere e differenza: una caratteristica indiretta è quella offerta, piuttosto, dal riferimento agli Erlebnisse che afferrano gli oggetti. Più in generale la teoria della conoscenza, analizzata in queste pagine, si propone come una sorta di completamento di tale prospettiva. Meinong percorre un itinerario che lo conduce a concepire la sua dottrina più significativa come un’analisi delle modalità intenzionali della coscienza. Il suo pensiero, sotto certi riguardi, si colloca rispetto a Brentano in una fase più avanzata di quello che Ingarden definisce «l’immanente sviluppo storico delle ricerche psicologico-descrittive evolventisi nell’analisi trascendentale dell’essenza della pura esperienza cosciente».
La conoscenza e l’oggetto in Alexius Meinong
Francesca Modenato insegna Storia della filosofia contemporanea presso l’Università di Padova. Ha scritto e pubblicato diversi saggi e articoli su riviste dedicati al pensiero di Brentano, Marty, Twardowski, Husserl, Meinong. Tra le sue pubblicazioni: Meinong and Husserl on Objects and Meaning of Expressions («Axiomates», 1997); L'obiettivo e la fattualità secondo Meinong («Rivista di Storia della Filosofia», 1999); Gli oggetti incompleti e il principio del terzo escluso secondo Meinong («Rivista di Storia della Filosofia», 2001).