Il dibattito tra liberals e communitarians ha segnato in profondità la filosofia politica contemporanea e, più in generale, la riflessione sulle conseguenze della globalizzazione. L’enfasi liberal sull’individualismo e quella tipicamente communitarian sull’appartenenza appaiono oggi, tuttavia, posizioni unilaterali o comunque insufficienti a sciogliere i nodi essenziali della società postmoderna: la solitudine dell’individuo, la liquefazione dell’identità, la crisi della cultura, il venir meno dello spazio pubblico.
Nel volume si evidenzia come le dimensioni fondamentali dell’esistenza umana, lo spazio e il tempo, siano per la prima volta pericolosamente smarrite. Da un lato, come ha dimostrato Zygmunt Bauman, una libertà fondata sugli imperativi del mercato si è rivelata ingannevole. Dall’altro, il declino della comunità, luogo concreto e insieme simbolico, è rappresentato anche dal trionfo di asettici nonluoghi senza identità, ben descritti da Marc Augè. Come poter evitare di essere “uomini senza dimensioni”? Di fronte alle sfide del mondo contemporaneo, la filosofia pratica ritorna di attualità.
È nella prospettiva di autori come Amartya Sen e Martha Nussbaum che diventa possibile recuperare i concetti aristotelici di eudaimonia ed ergon – rivisitati in un’ottica di capability approach – e l’immagine classica dell’agorà, sede di dibattito sul bene comune, spazio privato e pubblico al tempo stesso. Partendo sempre dall’individuo, ma per ritrovare, finalmente, un’autentica dimensione collettiva.
L’uomo senza dimensioni
Spazio, tempo e cultura nella società globalizzata
Silvia Mocellin è ricercatrice presso il Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata dell’Università di Padova, dove insegna Etica sociale ed Etica della Formazione continua. Si occupa di questioni di etica pubblica e applicata, con particolare attenzione per le tematiche di intersezione tra etica ed economia. Fra le sue pubblicazioni più importanti, ricordiamo Il sogno poetico di un economista (Franco Angeli 2005), Ripartire dalla vita buona (Cleup 2006) e L’homo oeconomicus in evoluzione (Bruno Mondadori 2011).