Nel gennaio del 1945 si spegne a Milano una delle voci femminili più rappresentative del panorama letterario italiano dell’Otto/Novecento. Poetessa e prosatrice, Ada Negri esordisce nel 1892 con Fatalità, silloge lirica che, sollecitando l’attenzione della critica e avvincendo il pubblico dei lettori, raggiunge tirature considerevoli.
Inizia da allora per l’autrice lodigiana una carriera costellata di successi e di riconoscimenti: una fortuna testimoniata anche da numerose traduzioni in altre lingue, da trasposizioni musicali e da una fitta rete di amicizie con importanti personaggi della cultura novecentesca. In un susseguirsi di parole, immagini ed emozioni, molteplici “fili d’incantesimo” si intrecciano mirabilmente, dando vita a testi ora delicati ora intensi, nei quali si colgono il rapporto con la natura, l’afflato religioso, la riflessione sui destini individuali e sulle vicende della storia.
I saggi qui raccolti, nella loro pluralità di prospettive, mettono in luce aspetti significativi della personalità di Ada Negri e della sua opera, comprendente non solo volumi in versi e in prosa, ma anche preziose corrispondenze epistolari che custodiscono e disvelano i sentimenti, i valori spirituali e gli ideali letterari di una scrittrice che possedette «il magistero della parola, del verso, dell’immagine, della musicalità e di tutto quel che di ineffabile costituisce il segreto dell’arte».
Ada Negri. Fili d’incantesimo
Produzione letteraria, amicizie, fortuna di una scrittrice fra Otto e Novecento
Barbara Stagnitti collabora con il Dipartimento di Italianistica e Comparatistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia e letteratura dell’età moderna e contemporanea. Ad Ada Negri ha dedicato saggi, edizioni di fonti epistolari inedite, ristampe di testi rari e relazioni congressuali in Italia e all’estero. Presso Il Poligrafo ha pubblicato, nel 2008 e nel 2013: Ada Negri - Paolo Buzzi, Diorami lombardi. Carteggio (1896-1944); «Non voglio ascoltare che l’anima mia». Corrispondenza inedita di Ada Negri a Francesco Meriano (1917-1923). Fa parte della redazione della «Rivista di letteratura italiana» e di «Studi sul Settecento e l’Ottocento».
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