Siamo greci, o cos’altro? Aporia di una domanda che sembra già portare in sé la risposta. Potremmo porci la domanda «Siamo greci? Se non lo fossimo?» Sulle questioni dell’origine e dell’aporia si gioca il confronto fra la decostruzione e la tradizione filosofica. Questione dell’aporia che è questione dell’inizio: dell’aporeticità dell’inizio, della genesi della domanda filosofica che sempre di nuovo ritorna, e dell’inizio della tradizione metafisica che in Aristotele comincia proprio con la discussione dell’aporia.
Fare filosofia significa necessariamente procedere dialetticamente allo scioglimento dei nodi aporetici? Significa oltrepassare? Ma allora l’oltrepassamento non si rovescia in inveramento? A questo livello di radicalità deve essere discussa la questione della legittimità della decostruzione, per confutare le facili obiezioni che la riducono ad una sorta di strategia retorica o peggio irrazionalistica e per dimostrare invece che l’opera di Derrida si situa all’altezza della cosa del pensiero nella misura in cui pone la questione del fondo abissale cui la dialettica attinge i propri filosofemi. Non per saltare fuori dal logos greco, ma per riconoscerne le estreme risorse.
Dell’aporia
Saggio su Derrida
Laureatosi a Milano, Mario Vergani ha perfezionato i suoi studi presso l’Archivio Husserl di Lovanio e all’Università di Nanterre (Paris X). Ha conseguito il Dottorato in Filosofia presso l’Università di Padova dove attualmente svolge attività di ricerca. È autore dei volumi Fatticità e genesi in Edmund Husserl. Un contributo dai manoscritti inediti (La Nuova Italia, Firenze 1997) e Jacques Derrida (Bruno Mondadori, Milano 2000), oltre che di articoli per riviste italiane e internazionali.