Troppo spesso la ricerca filologico-letteraria si sofferma sui capolavori dei grandi autori, tralasciando quella che, di fatto, è la produzione di un’epoca: opere “minori” che a ben guardare minori non sono, saggi, pièces teatrali, testi di autorimarginalizzati perché periferici, come se la storia della letteratura italiana non fosse anche la storia del dialogo tra centro e provincia.
In quest’ottica, Cinzia Gallo si muove tra secondo Ottocento e Novecento per indagare, attraverso l’analisi degli aspetti formali delle opere considerate, la funzione ideologica della letteratura: i concetti di gioventù e vecchiaia nell’ultima commedia di Italo Svevo, La rigenerazione; la presenza del “narratore benjaminiano” ne L’olivo e l’olivastro di Vincenzo Consolo, saggio chiave per capire la ricerca espressiva dell’autore siciliano; ilmito dell’identità nazionale in Quarantotti Gambini; l’umorismo involontario delineato da Achille Campanile in Cantilena all’angolo della strada, dove tristezza e risata sono posti sullo stesso piano. E ancora: i rapporti tra Girolamo Ragusa Moleti e il movimento verista; i legami con l’ambiente di Roma bizantina e con D’Annunzio di Matilde Serao e Ferdinando Di Giorgi...
È un’analisi, quella di queste spigolature, che accosta i valori formali dei testi a riferimenti storici, sociologici e culturali e che, attraverso la lente dell’intertestualità, mette in luce come la letteratura sia un organismo vivo in cui testi e persone comunicano e si influenzano tra loro.
Spigolature letterarie tra Ottocento
e Novecento
Cinzia Gallo, dottore di ricerca in Scienze letterarie e linguistiche, collabora con la Struttura Didattica Speciale di Lingue e Letterature straniere di Ragusa (Università di Catania). Ha pubblicato numerosi saggi in volumi collettanei, atti di convegno e per le riviste «Siculorum Gymnasium», «Forum Italicum», «Le Forme e la Storia», «Carte di viaggio», «Levia Gravia», «US-China Foreign Language», «Annali d’Italianistica». Ha curato l’edizione critica di una raccolta di racconti di Giani Stuparich (Aracne, 2015).