Lo scoppio della Prima Guerra mondiale rappresenta uno sconvolgente spartiacque per la società italiana del primo Novecento: Antonietta Giacomelli, scrittrice veneta sorretta da una forte fede in Dio e nella Patria, visse quegli anni con grande intensità e partecipazione emotiva.
Vigilie (1914-1918), già pubblicato nel 1919 da Bemporad, rappresenta una vivida testimonianza autobiografica sullo spirito dell’epoca e sull’angoscia di una guerra che invade le terre natìe e sconquassa la vita di tutti, dai ricchi borghesi agli umili contadini delle campagne.
Nicoletta, la crocerossina protagonista e voce narrante del diario, riporta con semplicità e minuzia i dettagli della vita quotidiana nel Veneto sconvolto dal conflitto: la chiamata alle armi, l’angosciosa attesa di notizie dal fronte, i razionamenti, le tristi processioni di profughi, i continui bombardamenti, le città distrutte, le campagne abbandonate. Dalle annotazioni emerge tutto il fervore patriottico dell’autrice, in prima linea nel sostenere la necessità di una guerra contro gli imperialismi e il sopruso nei confronti delle nazioni oppresse. Attraverso le lettere dei soldati al fronte e i racconti dei feriti assistiti presso gli ospedali da campo, la Giacomelli ricostruisce tutta la drammaticità della Grande Guerra, riportando con passione cristiana l’alto spirito di sacrificio che animava i combattenti italiani.
Vigilie (1914-1918)
Antonietta Giacomelli (Treviso 1857 - Rovereto 1949) fu una figura di rilievo nel panorama socio-letterario del primo Novecento. Scrittrice molto prolifica, fra le sue opere letterarie vanno ricordate: Lungo la via (1889), A raccolta (1899), Sulla breccia (1894). Si occupò principalmente del ruolo della donna e di giustizia sociale, affrontando le tematiche da una prospettiva cristiana. Celebri furono le sue battaglie a colpi di articoli sulle riviste dell’epoca, che portarono a polemiche e scomuniche dal mondo cattolico. Con l’avvento del fascismo la scrittrice abbandonò la vita pubblica e si ritirò a vivere in un pensionato, dove morì in povertà nel 1949.
Saveria Chemotti insegna Letteratura italiana di genere e delle donne all’Università di Padova. Nei suoi lavori più recenti si è occupata di letteratura delle donne e di narrativa degli anni Ottanta e Novanta, con particolare attenzione per gli scrittori veneti. Ha pubblicato saggi su Foscolo, sul Romanticismo italiano ed europeo, sulla narrativa del primo Novecento, su Antonio Gramsci, Tonino Guerra, Piero Sanavio, Giuseppe Berto e su numerosi altri autori e temi otto-novecenteschi. È condirettore di «Studi novecenteschi», rivista di storia della letteratura italiana contemporanea. Tra le sue numerose pubblicazioni: La terra in tasca: esperienze di scrittura nel Veneto contemporaneo (2003); A piè di pagina. Saggi di letteratura italiana (2012).
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