Un edificio come tanti ne esistono in moltissime città italiane ci racconta le sue fasi costruttive e quelle del degrado, la sua storia lontana e quella recente, ci parla dei grandi eventi politici dei quali è stato testimone e del quotidiano sociale che vive tutti i giorni.
Parlano le pietre, gli intonaci, i mattoni, le travature, i coppi e molti altri loro “colleghi” che con passione e con amore raccontano la loro storia: come sono stati approvvigionati, posati in opera, manutenuti o dimenticati nel tempo.
Ad ascoltarli, in questo loro delicato, ironico ma allo stesso tempo colto dialogo, un soprintendente che riesce a sentirne le voci e con loro interloquisce, chiede, ascolta, accarezza e riflette sui problemi e sui temi della conservazione del patrimonio architettonico.
Una fiaba che diventa dramma quando entrano in scena il sindaco della città e l’archistar, e con loro programmi innovativi, progetti distruttivi, interventi incompatibili e di pesante trasformazione gratuita dell’antico documento, pronti a zittire quel fertile scambio a cui avevamo assistito.
Un volume che diventa testimonianza – attraverso la presentazione di alcuni degli interventi effettuati in contesti storici da grandi nomi dell’architettura – di una tendenza sempre più diffusa nel panorama attuale che, ignorando ciò che la cultura del restauro ha maturato in centinaia d’anni di dibattito, calpestando documenti nazionali e internazionali, in deroga a normative di tutela e con la presunzione di chi volutamente trascura tutto ciò, ha distrutto l’antico monumento in modo irreversibile per lasciare il segno della personale creatività. Un volume che intende far sorridere con una fiaba non a lieto fine, dunque, ma soprattutto una denuncia di tutti quegli interventi che stanno distruggendo un patrimonio condiviso, un patrimonio che, come diceva John Ruskin, appartiene già ai posteri.
Il monumento storico e l’archistar
Dramma in tre atti
Cesare Feiffer è architetto libero professionista, direttore di «recmagazine», ha insegnato Restauro architettonico al Politecnico di Milano e all’Università di Roma Tre. Tra i primi ad aver condotto ricerche applicate finalizzate al “progetto di conservazione”, è fermamente convinto che la conservazione del patrimonio costruito si possa raggiungere solo coniugando quotidianamente l’approfondimento culturale e scientifico con la prassi operativa che si attua nel progetto e nel cantiere di restauro. In quarant’anni, è intervenuto con progetti e cantieri su oltre cinquecento edifici monumentali – pubblici, privati, civili e religiosi; ha partecipato a centinaia di convegni e ha pubblicato saggi, articoli e testi fondamentali per la progettazione sul costruito storico, tra i quali: Il progetto di conservazione (FrancoAngeli, 1990), La conservazione delle superfici intonacate (Skira, 1997); Pensieriparoleopereomissioni (De Lettera, 2011), Restauro e Riuso (in Il Nuovissimo Manuale dell’Architetto, Mancosu, 2019). I temi affrontati nei suoi studi e nelle sue ricerche, tutti puntualmente ripresi e messi in pratica con coerenza nell’attività professionale, riguardano la conservazione dei materiali della tradizione costruttiva, il metodo e la gestione avanzata del progetto sull’esistente, la conservazione del paesaggio culturale. Da ex rugbista affronta la vita, la professione e l’attività culturale puntando direttamente all’obiettivo, con voglia di vincere, spirito di squadra, rispetto delle regole e dei valori delle persone.