La continuità d’uso delle città storiche diventa una delle problematiche principali per chi oggi si occupa di recupero e valorizzazione, specialmente rispetto alle sfide dell’età contemporanea e alla riscoperta di una dimensione più umana nel rapporto con l’ambiente costruito e con i luoghi della socialità e della cultura.
Le strategie di cura e manutenzione delle città entrano però spesso in conflitto con le esigenze del quotidiano, creando nella migliore delle ipotesi luoghi esclusivi di residenza di alto profilo economico e trasformando i centri storici in musei a cielo aperto, dove la vita vera è un ricordo del passato e gli abitanti stessi diventano figuranti di uno spettacolo messo in scena a beneficio dei visitatori.
Come affrontare questo conflitto e da quali scelte, urbanistiche e strategiche, è conseguita la situazione attuale diviene il tema di un confronto tra diverse esperienze significative: dalla città di Bergamo, divisa in due dalla situazione orografica ma soprattutto dalla fortezza costruita dalla Repubblica di Venezia nella seconda metà del Cinquecento, a Venezia stessa, separata dal suo territorio dalla Laguna e in qualche modo ripiegata su sé stessa, a custodia di innumerevoli tesori; da Genova, ancora testimone di un glorioso passato e in perenne trasformazione, fino a Berlino, dove un complesso progetto di rinnovamento intende dare nuova vita ai tesori della Museumsinsel.
Fra luogo dell’abitare e oggetto museale
Strategie per la cura delle città storiche
Giulio Mirabella Roberti, ingegnere e architetto, è professore ordinario di Restauro presso l’Università degli Studi di Bergamo. Ha tenuto corsi alle Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e infine dell’Università Iuav di Venezia. È membro del Collegio dei docenti del Dottorato in Conservazione dei Beni Architettonici del Politecnico di Milano. Autore di più di 120 pubblicazioni su riviste e in atti di convegni, ha curato insieme a F. Doglioni il volume Venezia: forme della costruzione, forme del dissesto (2011).
Stefan Vieths, architetto, è professore associato di Composizione architettonica e urbana presso l’Università degli Studi di Bergamo. È stato architetto presso lo studio di O.M. Ungers a Colonia e co-autore di numerosi progetti e opere costruite. Dal 2012 al 2020 è stato visiting professor presso il Politecnico di Milano. Ha pubblicato diversi scritti teorici sulla forma architettonica (Forme Composite, 2012), sulla ricerca morfologica di O.M. Ungers e sulla forma urbana di Berlino.