Marcello D’Olivo (1921-1991), laureatosi in Architettura a Venezia, svolge la sua attività professionale tra Udine, Trieste, Milano e Roma, affermandosi quale professionista appartato rispetto a ogni cifra stilistica. Tra le sue innumerevoli opere – circa 328 progetti in 44 anni di attività – assumono un rilievo internazionale, per genialità compositiva e tecniche costruttive, il Villaggio del Fanciullo a Trieste (1950-1955), il progetto per la Spirale di Lignano Pineta (1953-1956), il progetto di Concorso per il Fermi Memorial di Chicago (1960), grattacielo di un chilometro di altezza, e il celebre Monumento al Milite ignoto (1979-1982), realizzato su committenza di Saddam Hussein in ricordo dei martiri della guerra Iran-Iraq e collocato presso la Piazza delle Grandi Celebrazioni di Baghdad.
Negli anni del secondo dopoguerra la disciplina architettonica diventa un poliedrico strumento di conoscenza, che sintetizza le tecniche di analisi per un’esaustiva comprensione del territorio, arrivando a elaborare il piano della città: un progetto strategico della conformazione urbana, che non lascia più al caso il fenomeno della densificazione, ma lo dirige secondo criteri frutto delle precedenti ricerche. In questo contesto culturale Marcello D’Olivo si distingue quale interprete originale della disciplina, attraverso l’elaborazione di un proprio peculiare linguaggio figurativo.
Il volume, colmando un prolungato vuoto editoriale, conferisce nuova attualità ai principi compositivi che caratterizzano l’opera doliviana, mediante la vocazione critica del ridisegno e dello smontaggio linguistico-espressivo e costruttivo. La dialettica compositiva – espressa attraverso l’uso di due famiglie di forme contrastanti e che corrisponde alla conflittuale coesistenza di un’anima contesa tra scienza e poesia, tra spigoli e curve, nel vortice di una controllata voragine pittorica – emerge attraverso l’uso della geometria come unico linguaggio capace di legare in un rapporto sinergico il gesto espressivo e le scienze esatte. La poliedricità dell’architetto porta a una naturale inclinazione verso gli approfondimenti multidisciplinari e trasversali, che consentono di aprire un orizzonte fino ad ora limitato e di restituire una nitida rilettura attraverso la contaminazione delle arti e delle scienze che coesistono sinergicamente.
Marcello D’Olivo e l’architettura topologica
La geometria come dominante
Anna Fabris, architetto di formazione veneziana, si laurea in Architettura per il Nuovo e l’Antico presso l’Università Iuav di Venezia. Il percorso accademico prosegue, all’interno del Dottorato in Composizione architettonica, con una ricerca guidata dai professori Armando Dal Fabbro e Luca Monica sulla figura di Marcello D’Olivo, con l’intenzione di restituire rinnovata l’immagine di un architetto geniale attivo negli anni Cinquanta del Novecento e lasciato in disparte dalla critica per gli evidenti tratti di alterità rispetto al milieu culturale contemporaneo. Al percorso di ricerca, Anna Fabris affianca l’attività professionale e la collaborazione alla didattica presso l’Università Iuav di Venezia.