La pratica della trasfusione del sangue diventa, a partire dal 1900 – quando, con la scoperta dei gruppi sanguigni, verrà posta fine a una lunga storia di tentativi falliti – e lungo il corso del secolo, da semplice provvedimento terapeutico a disciplina a sé stante, trovando larga applicazione già nel corso della Seconda Guerra mondiale. Con la diffusione di questa pratica si pone però, sin dai primi momenti, il problema dell’approvvigionamento di sangue su vasta scala, con la parallela necessità di istituire un sistema di reclutamento volontario capillare con una regolamentazione razionale e legalizzata.
La storia della nascita dell’Avis di Padova, dopo la tragedia bellica, così come quella di altre realtà omologhe, è una storia di solidarietà umana, quasi generata per recuperare e compensare, con l’appassionata dedizione dei dirigenti delle associazioni e con il generoso contributo dei donatori di sangue, la triste recente memoria di milioni di morti e di tante crudeltà.
La trasfusione di sangue
Scienza e volontariato
In occasione del 50° della Fondazione dell’Avis Comunale di Padova 1951-2001
Giuliano Lenci (Pisa 1921 - Padova 2013), laureato alla Scuola Normale Superiore di Pisa (Collegio Medico), è stato partigiano sulla linea gotica nel Gruppo di combattimento “Folgore”, ufficiale medico della Marina Militare dal 1946 al 1949, docente di Pneumologia dal 1959 presso l’Università di Padova e primario ospedaliero per vent’anni. Ha ricevuto la Medaglia d’oro Carlo Forlanini. Per oltre vent’anni si è occupato di storia militare, con numerose pubblicazioni, in particolare sulla Grande Guerra. Ha fortemente voluto a Padova il Museo del Risorgimento e dell’età contemporanea. È stato presidente dell’Istituto veneto per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea.